La WNBA cresce, gli stipendi no: le atlete non ci stanno e chiedono l'intervento

20.07.2025 15:50 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
La WNBA cresce, gli stipendi no: le atlete non ci stanno e chiedono l'intervento

La WNBA sta crescendo anno dopo anno di livello. A fine giugno è stata annunciata una nuova espansione, altre tre franchigie che si uniranno alla Lega nei prossimi anni. Aumentano le squadre, aumentano gli incassi, ma non aumentano gli stipendi e le atlete si fanno sentire. Nella notte c'è stato l'All-Star Game, ma si è parlato più di questo che del resto. La commissioner della WNBA Cathy Engelbert ha dato a Napheesa Collier il titolo di MVP mentre i 16mila del Gainbridge Fieldhouse urlavano il coro "pagatele!". Un invito all'azione c'era già stato il sabato, con alcune giocatrici che si sono presentate con la maglia "Pay Us What You Owe Us", ovvero "pagateci ciò che ci dovete". 

Non è la prima volta che le giocatrici della WNBA prendono posizione pubblicamente e collettivamente. Nella bolla del 2020, hanno indossato diverse maglie per sostenere le proteste di Black Lives Matter. Nella seconda metà dell'All-Star Game del 2022, hanno indossato maglie di Brittney Griner mentre era detenuta in Russia. Ma quella di queste ore è una richiesta diversa: sono in atto infatti le trattative per il nuovo contratto collettivo, quello che in NBA ha fermato in più occasioni la Lega. Molti ricorderanno il lockout del 2011. Le atlete della WNBA hanno affermato che un ostacolo importante nelle trattative è stata la struttura salariale e la ripartizione dei ricavi: in particolare, la lega vorrebbe una percentuale fissa e le giocatrici vorrebbero "una ripartizione migliore, in cui i nostri stipendi crescano con il business, e non solo una somma fissa nel tempo".

Con la crescita straordinaria della WNBA negli ultimi anni, tra cui un nuovo accordo per i media da 2,2 miliardi di dollari e la nuova espansione (ogni franchigia che entra paga 250 milioni di dollari), le giocatrici vogliono una fetta più grande della torta. E giustamente. La NBA divide le sue entrate con i giocatori per il 50%. La WNBA è ben distante da questa cifra: se conoscete le cifre della Lega del Commissioner Adam Silver, rimarrete sorpresi da quelle della femminile. Il super-maximum contract vale appena 250.000 dollari, e di fatto non supera un'atleta a franchigia. Il massimo salariale invece è di 216.000 dollari, mentre i contratti delle rookie sono intorno ai 70mila dollari. Cifre da Europa - in EuroLeague Women c'è chi guadagna più del max contract WNBA -, certamente non per una Lega che - anche se al momento non redditizia - nelle 13 franchigie attuali (altre cinque nei prossimi cinque anni per salire a 18) ha un valore di 3.5 miliardi di dollari.