Eleonora Boi racconta l'aggressione dello squalo e su Gallinari: «Ora lo sto praticamente obbligando a tornare a giocare»

Eleonora Boi, moglie di Danilo Gallinari, racconta a La Gazzetta dello Sport quanto accaduto due giorni fa quando a Porto Rico è stata aggredita da uno squalo. "Come sto? Fisicamente meglio, sono ancora ricoverata in ospedale. Ho una ferita di 15 centimetri, mi hanno fasciato con un bendaggio particolare in modo che possa drenare il sangue perché non me l'hanno ancora chiusa del tutto per pulirla al meglio e scongiurare qualsiasi rischio di infezione. Tra una settimana la rivedranno. Incrociamo le dita. Mi stanno monitorando costantemente perché non c'erano protocolli dedicati per chi subisce attacchi di squali. È molto inusuale. E poi sono incinta, quindi servono controlli approfonditi in sinergia tra i reparti di chirurgia e ginecologia. Però sono in fase di recupero. Mentalmente, invece... Un disastro. E qualcuno mi ha anche accusata di essere una pazza incosciente, di essere andata a nuotare a largo. Niente di più falso".
La ricostruzione. "Sì, ero con Danilo e gli altri due nostri figli (Anastasia e Rodolfo, ndr) in questa spiaggia, attrezzata per famiglie e piena di bambini, che quel giorno era molto affollata perché c'era un torneo di beach volley. Quando è successo tutto, ero quasi a riva con mio marito e i bimbi: è impossibile andare lontano con loro e col pancione! All'improvviso ho sentito un bruciore fortissimo sulla coscia e, da buona sarda, abituata a stare in mare, pensavo fosse una medusa. Mi tocco lì e sento qualcosa di molliccio, inizio a urlare, esco di corsa dall'acqua, mio marito prende i bambini e mi segue. Mi guardo la gamba e vedo rosso e arancione... Era la mia pelle mangiucchiata che si stava staccando. Una brutta immagine".
Gallinari al suo fianco. "E continua sempre ad essere con me. Sta giocando il campionato con i Vaqueros de Bayamón, giovedì avevano vinto gara 7 delle semifinali playoff e il suo allenatore gli ha concesso il giorno dopo, quello del morso, di riposo. Allora gli ho detto: "Portiamo i bambini al mare così non si annoiano a casa". Se penso che loro volevano fare il bagno in piscina e io ho insistito per il mare... Danilo mi ha subito incoraggiato, ha provato a essere forte. Però il trauma è stato grande anche per lui. Ora lo sto praticamente obbligando a tornare a giocare, hanno le finali e voglio che si concentri su quelle".