© foto di Savino Paolella
Sarunas Jasikevicius, allenatore del Fenerbahce, ha espresso una posizione netta sul futuro del basket europeo, definendo l’Eurolega “l’ultima forma di basket puro”. Le sue parole arrivano mentre Eurolega, NBA e FIBA discutono formalmente di un progetto di lega europea sostenuta dall’NBA, che potrebbe vedere la luce già nel 2027 e ridisegnare il panorama continentale. “Il modello europeo è ancora l’unico che considero davvero puro,” ha dichiarato, sottolineando l’intensità della competizione e il peso emotivo di ogni risultato in una intervista rilasciata ad Eurohoops Turkiye.
Jasikevicius ha messo a confronto l’urgenza settimanale dell’Eurolega con il ritmo più dilatato della regular season NBA: “Ogni giorno è una battaglia, le sconfitte hanno conseguenze per squadre, tifosi e allenatori. In NBA è più un ‘ok, pensiamo alla prossima’.” Pur riconoscendo la forza economica dell’NBA e l’inevitabile interesse verso l’Europa, il coach lituano ha sollevato dubbi sulla compatibilità di quel modello con la cultura cestistica del continente. “È tutto basato sul business model,” ha aggiunto, ricordando come il basket europeo cresca in modo organico grazie a tifosi, media e equilibrio competitivo.
L’allenatore ha poi affrontato l’evoluzione stilistica del gioco, criticando l’uniformità crescente che caratterizza il basket moderno, soprattutto in NBA.
“Giocano tutti allo stesso modo,” ha osservato, riferendosi all’enfasi analitica su spaziature, ritmo e punteggi che ha ridotto la varietà tattica. Ha citato epoche passate con identità tecniche distinte, dall’attacco triangolo di Phil Jackson al pace-and-space di Mike D’Antoni, come esempi di diversità ormai rare.
Jasikevicius ha avvertito che un modello dominante rischia di limitare la creatività e marginalizzare i playmaker tradizionali, figure centrali per il fascino del basket. “Non ci sono più veri playmaker,” ha detto, notando come oggi prevalgano i realizzatori a scapito del movimento di palla e delle decisioni collettive. “Spero di non perdere questo spirito,” ha concluso, riferendosi al peso competitivo ed emotivo che definisce l’Eurolega, al di là delle disparità economiche.