Femminile, Giulia De Cristofaro, capitano a Brescia "Non fermatemi!"

La guardia di Milano da tre anni alla RMB Brixia Basket ha una voglia di giocare a basket che è contagiosa e può far bene alle sue compagne
13.01.2023 15:02 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Femminile, Giulia De Cristofaro, capitano a Brescia "Non fermatemi!"

Un’intervista con Giulia De Cristofaro è come fare quell’esercizio che tutti coloro che hanno giocato a pallacanestro, conoscono benissimo: la treccia in continuità. Idee, pensieri, ragionamenti e risate sono un continuo e non c’è mai fatica. Sia che parli di pallacanestro che del suo lavoro. Già perchè il capitano della RMN Brixia Basket, classe ’93, è una donna che ama alla follia l’impegno con il basket ma guai a chi le tocca il lavoro.

Io sono un Insegnante di Educazione Fisica e di sostegno alle scuole medie.  E’ un lavoro impegnativo e faticoso ma umanamente estremamente gratificante. In questo momento sto seguendo un ragazzo per dargli una mano su tutte le materie. Lavoro con un gruppo di insegnanti davvero fantastico il che mi permette di essere ancora più contenta di quello che faccio”.

Cosa si porta nel campo di basket di questo lavoro e viceversa?

Direi che sono abbastanza intercambiabili nel senso che quello che conta più di tutto, al di là della b dei singoli, è la collaborazione, tra studenti ed insegnati da una parte, tra giocatrici e componenti della società dall’altra. D’altronde la collaborazione dovrebbe essere un aspetto importante nella vita quotidiana, non solo in ambito sportivo. E’ quello che chiedo alle mie compagne di squadra ma è quello che io do per prima a loro, è quello che cerco”.

Giulia a forza di essere la più brava della Lombardia sono arrivate la A2 e la A1 a 27 e 29 anni. Com’è la sensazione?

Un piccolo sogno che si è avverato. Tutti da piccolini sogniamo un giorno di arrivare a giocare in serie A ed io non ero diversa dagli altri bambini. E’ stata la scoperta di poter fare qualcosa di molto importante grazie agli anni di grande formazione che ho avuto nella serie B lombarda – io la più brava? Mah…una delle più brave magari – che mi ha portato in A2 ed oggi qui. Per esempio le mie giovanili sono un’altra esperienza straordinaria che mi porto dentro, soprattutto la vittoria del campionato Under 19 nel 2012 col Geas. Che squadra: Barberis, Gambarini, Kacerik, Penna, Zandalasini, loro del 96/97 noi altre tutte del 93/94”.

Torniamo verso l’altro canestro, Giulia, improvvisamente la A2 e capitano…

Tutto frutto di coincidenze. Nell’anno della pandemia volevo cambiare squadra ma rimanere sempre in serie B, Ho messo un post su FB per salutare tutti quelli di Giussano la mia ex squadra che è stato letto dal Direttore Sportivo di Brescia che mi ha chiamato e fatto la proposta. Ci ho pensato su un po'”Ma dove vado? In A2? E se non sono capace?" Insomma tanti dubbi ma poi ho deciso di accettare la sfida  e ne sono entusiasta. Quando poi le compagne mi hanno scelto come capitana, è stata un’altra bella emozione”.

E come va con la serie A1?

L’impatto è stato complicato. Tutto è nuovo, diverso dai ritmi alle avversarie, dai campi ai viaggi. La fisicità delle avversarie. Fino ad ora abbiamo pagato tutto questo pur sapendo da subito che sarebbe stata durissima ma nonostante gli infortuni ed altre scuse che non vogliamo accampare, sappiamo che il nostro obiettivo è quello di agguantare la salvezza all’ultima giornata con l’ultima unghiata. Io h sempre avuto un buon tiro ma in serie A1 non basta più, ci sto lavorando per velocizzarlo perché ho capito subito che non avrei avuto gli stessi spazi e tempi per prepararlo come prima. Per esempio imparando a sfruttare meglio i blocchi”.

Ora che è passato un girone di ritorno, chi l’ha impressionata tra le giocatrici della A1?

Da sempre sono affascinata da Astou-Ndur: la sua eleganza, i suoi movimenti, la sua tecnica rispetto al fisico che ha sono affascinanti. E’ una giocatrice che sa fare tutto”.

Le rimane del tempo libero tra lavoro e palestra? E nel caso cosa fa?

Poco ma quello che rimane lo dedico a mio marito ed agli amici. Lui allena le giovanili a Cantù ed appena abbiamo la possibilità ci veniamo a vedere a vicenda anche perché un giorno io voglio tornare ad insegnare pallacanestro ai ragazzini. E con lui ci confrontiamo spesso sui relativi argomenti o problemi. Tra i miei sono c’è anche quello che un giorno si riesca a mettere su una squadra Around 40 con le vecchie amiche e compagne di squadra per fare un campionato.Come ai vecchi tempi. Perché io voglio giocare il più a lungo possibile”.

Ed ecco la voce del coach che dice :”Acqua!”

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