Femminile, Anna Togliani "Il bello di giocare a Campobasso"

La playmaker di Mantova racconta di quanto sia bello l'ambiente della città molisana e del sorriso che l'accompagna ogni giorno
05.01.2023 15:00 di Eduardo Lubrano Twitter:    vedi letture
Femminile, Anna Togliani "Il bello di giocare a Campobasso"

L’ambiente di lavoro è fondamentale per rendere al meglio. E devo dire che – senza nulla togliere a tutti gli altri posti dove ho giocato – a Campobasso l’ambiente è fantastico. La gente ti segue con passione, il palazzetto è sempre pieno come raramente ho visto in giro per l’Italia ed andare in palestra è una cosa che faccio sempre col sorriso”. Parole e musica di Anna Togliani da Mantova, classe ’98 playmaker con licenze offensive importanti, al suo secondo anno a La Molisana Magnolia Campobasso.

Se è per questo la mia gemella Giulia (che gioca a Mantova in serie A2,ndr) è più brava di me nel playmaking vero e proprio perché è un play di quelli d una volta totalmente dedita al servizio della squadra. Io sono più brava di lei al tiro anche perché io guardo il canestro mentre lei lo fa ancora troppo poco. Un modi differente di interpretare il ruolo”.

Visto che ha introdotto l’argomento è vero che giocare contro la propria sorella, in questo caso gemella non è mai facile?

Assolutamente. Mi capita di giocare contro amiche, grandi amiche, migliori amiche ma quando mi è toccato giocare contro Giulia è stato davvero tutta un’altra cosa. Non ci riesco, certe cose non ti vengono anche se sai perfettamente che in quel momento lei sta per fare quella cosa lì. Una difesa troppo aggressiva, un certo tipo di fallo un po' più aggressivo non mi vengono proprio. Anche se c’è competizione, più forte che con altre ma non si passa mai un certo confine”.

E’ vero che lei è molto severa con sé stessa?

Diciamo che quando analizzo una prestazione vedo sempre di più e prima i lati negativi o meno buoni e poi quelli positivi. Ma è il mio modo di essere sempre pronta a migliorare, mi stimola a dare il cento per cento in ogni momento. E’ così che in questi anni mi sono abituata al livello della serie A1 ed è così che intendo fare per crescere ancora”.

Lei e Giulia avete iniziato seguendo vostro fratello Nicola. Lui gioca ancora?

No ha smesso da un po'. Noi andavamo a vedere le sue partite ed essendo due sorelle più piccole innamorate pazze del fratello più grande ci piaceva fare le cose che faceva lui: calcio, sci, pallacanestro. Poi tutti abbiamo scelto il basket e noi due abbiamo continuato. A Nicola ne abbiamo fatte di tutti i colori da ragazzine perché lui era ed è un ragazzo buonissimo. Il classico fratellone adorabile”.

Lei ha una impostazione tecnica davvero notevole. Oltre a lei stessa a chi deve questa notevole istruzione?

Se devo dire una persona, dico Andrea Depreda che negli anni della Reyer Venezia mi ha seguito tanto, come ha seguito tante altre giocatrici he oggi giocano in serie A. Ma anche Andrea Liberalott è stato importante. Gli anni a Venezia sono indimenticabili per me, ci tornerei senza esitazioni anche perché in città ho ancora tanti amici”. Per la cronaca Andrea Dapreda è stato per ventidue anni al settore giovanile della Reyer, ha vinto sette scudetti a livello giovanile nella sua carriera, una settantina delle ragazze da lui allenate, uscite dal settore giovanile, giocano o hanno giocato in A/1 e in A/2, 60 hanno indossato la maglia delle nazionali giovanili, vincendo titoli Europei, partecipando e andando sul podio anche ai Mondiali, 12 hanno poi vestito la maglia della Nazionale e 9 giocano o hanno giocato negli Stati Uniti in Ncaa. Un mito.

Veniamo alla stagione de La Molisana Magnolia. Com’è fino ad ora?

La prima parte direi che è stata buona e fortunata perché siamo state tutte più o meno bene. Poi un po' di problemini fisici ci hanno messo nella condizione di perdere qualche partita e di farci voltare le spalle dalla dea bendata, ma succede. A gennaio ci aspetta un mese difficilissimo, tosto quindi ci dobbiamo concentrare più di prima per superare qualche ostacolo. Non dobbiamo scoraggiarci e trovare un modo scuro e più sereno di lavorare senza metterci addosso ansie inutili. A me piace correre e la nostra squadra sarebbe adatta a questo tipo di gioco ma fino ad oggi lo abbiamo fatto poco rispetto alle nostre caratteristiche. Ci stiamo assestando anche perché non era proprio così che eravamo partite come struttura e cambiare in corsa non è mai semplice”.

L’avversaria che l’ha messa più in difficoltà?

“In generale tutte quelle più alte di me e molto veloci sulla partenza dal palleggio. Però se devo sceglierne una dico Nicole Romeo”.

Come impiega il suo tempo libero e c’è una scaramanzia prima di ogni partita?

Sono laureata in Economia aziendale e sto studiando per il Master in Managment. In un primo tempo era il mio piano B ma adesso non ci sto pensando tantissimo, fino a che gioco, mi concentro soprattutto sulla pallacanestro. Il mio tempo libero mi piace passarlo in compagnia delle persone a cui voglio bene. Il riposo è un elemento fondamentale per me ma d’estate non sto mai ferma, faccio mille cose, tutte quelle che non posso fare durante la stagione altrimenti il coach mi guarda male…E sì prima di ogni partita bacio una collanina con la foto di mia mamma”.

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