: Francesca Dotto riprova l'assalto alla serie A2

Un anno fa, era l'8 agosto, PB ha intervistato una delle più forti giocatrici di pallacanestro del terzo millennio: Francesca Dotto, da Camposanpiero, Padova. La intervistammo perchè dopo l'addio al basket giocato, ha intrapreso la carriera di allenatrice. Un anno da assistente, poi proprio nella scorsa estate l'approdo sulla panchina della Team Up Padova & Terme nella serie B del Veneto.
Al primo colpo è arrivata la promozione in A2 che però la società ha dovuto rifiutare per non fare il passo più lungo della gamba, evitare problemi economici e dunque è appena ripartita dalla stessa serie cadetta. Dopo due giornate due vittorie, con Bolzano, 65 a 60 ed a San Martino di Lupari per 55 a 48.
Dotto, dopo la vittoria in casa con Bolzano qualcuno ha scritto che le avversarie erano andate "vicine all'impresa": siete la squadra da battere?
"Calma. Probabilmente sì perchè abbiamo vintolo scorso anni e quindi il titolo di squadra da batere è in automatico. Ma io non sono cosìconvinta di questo tipo di affermazioni perchè ogni annata è diversa dall'altra ed è difficile fare paragoni. E la serie B di quest'anno mi pare molto competitiva, forse più di dodici mesi fa, anche per le tante giocatrici di A2 che sono al via nel nostro campionato. Quindi siamo orgogliose di essere un punto di riferimento, ma piano con le esaltazioni. Quel che è certo è che proveremo a ripeterci".
Che tipo di squadra siete?
"Io penso ad una squadra ben amalgamata: abbiamo cinque senior e 7 giocatrici della cosiddetta Generazione Z, nate cioè dal 2000 in avanti. Abbiamo cambiato tre giocatrici e quindi stiamo ancora cercandola nostra fluidità, la complicità necessaria fra tutte e tutti noi. Devo dire che in estate con l'assistente allenatore Rossano Chinchio ed il preparatore atletico Mattia Beretta, abbiamo fatto un gran lavoro per essere subito pronte. La nostra idea è quella di avere una squadra aggressiva sui due lati del campo, che abbia sostanza e che - ma questo lo fanno le ragazze da sole - non diano mai per persa una partita fino al termine. E' un gruppo con grande voglia di allenarsi e quindi dovrebbe essere meno difficile far passare un concetto importante:nelle difficoltà mai rifugiarsi nelle individualità ma cercare di uscirne insieme, di squadra. La difesa deve essere il nostro punto di partenza perchè vogliamo corere e tenere la difesa avversaria costantemente sotto pressione. Non rinunciare ad un tiro se c'è, salvo il caso che una compagna sia meglio piazzata o più adatta a prendersi quel tiro. Coraggio".
Nell'intervista di dodici mesi fa ci disse che entro un anno avrebbe risposto alla domanda sul suo futuro: allenatrice o ingegnere? Ci siamo?
"No. Non ancora. Per adesso penso a marzo quando concluderò gli studi perchè mi iace troppo lo studio. E l'impegno con la pallacanestro si concilia perfettamente. Il mio tempo va prima allo studio e subito dopo alla squadra. La vita me la sono organizzata bene e sono contenta. Ma per la risposta civuole ancora un pò...Della pallacanestro giocata mi manca l'intensità degli allenamenti e della partita ed i colori delle emozioni che questo sport sa regalare e mi ha regalato in tanti anni di gioco. Sono aspetti impagabili".
Ci racconta come vorrebbe il dopo medaglia di bronzo della Nazionale senior?
"Mi piacerebbe che si parlasse di più della pallacanestro femminile. Quel bronzo è stato conquistato e meritato e deve essere un esempio. Io credo che il potenziale c'è per essere ancora competitive in Europa ma dobbiamo avere visibilità che porta numeri, ragazze ad avvicinarsi al nostro sport. Bisogna parlare, parlare e parlare della pallacanestro femminile".