«Basket italiano in rivolta. Lo sciopero delle curve»: cosa scrive Il Domani

Si parla del tema tifoserie e di quell'ormai famoso no al protocollo su Il Domani, in un articolo di Marco Colombo ("Basket italiano in rivolta, lo sciopero delle curve e contro le nuove regole"). "C'è un silenzio nuovo nei palazzotti del basket italiano. Non è apatia o disaffezione, ma dissenso. Le curve, cuore popolare del gioco, hanno scelto di tacere: niente cori, niente bandiere né striscioni, niente tamburi e coreografie. Uno sciopero del tifo che unisce virtualmente tutto il paese, da Trento a Trapani, per esprimere la contrarietà al nuovo protocollo d'intesa firmato da ministero dell'lnterno, Federazione italiana pallacanestro e Lega nazionale pallacanestro". Che prevede misure più rigide, come già spiegato nelle scorse settimane su PB. Un nuovo protocollo che "rivoluziona l'accesso ai palazzetti, portando anche il basket verso il modello di controllo già da anni applicato al calcio, il tema principale attorno a cui mota il documento è la possibilità di garantire la tracciabilità dei titoli di accesso e prevenire situazioni di rischio attraverso un'identificazione dei tifosi a monte".
Paradosso - "Un protocollo rigido e che contiene ai suo interno un paradosso: non si applicherà a tutte le competizioni, ma solo a quelle nazionali. Restano quindi escluse le gare europee, Eurolega, Eurocup e champions League, che seguono regolamenti propri stabiliti da Erba ed Euioleague. In quelle competizioni, l'ingresso resta libero da vincoli. Se, per esempio. Olimpia Milano e Virtus Bologna si affrontano in Eurolega i tifosi possono comprare il biglietto fino a poche ore prima, anche al botteghino, e accedere senza conttolli preventivi. Ma se la stessa sfida si gioca in campionato, valgono regole opposte biglietto nominale obbligatorio, acquisto entro le 19 del giorno precedente e verifica dei dati. Lo stesso pubblico, lo stesso palazzetto, ma regole opposte. Regole che secondo i gruppi organizzati sarebbero «inutili e ingiustificate» e metterebbero a rischio la crescita dell'intero movimento".