LBA - Sandro Gamba "Olimpia, livello di gioco in calo"

LBA - Sandro Gamba "Olimpia, livello di gioco in calo"

Ritorna ancora la rubrica del martedì in cui Sando Gamba fa le sue considerazioni tecniche sull'Olimpia Armani di Ettore Messina, nelle pagine de La Repubblica, edizione Milano. Eccole.

Livello di gioco in calo, ammettiamolo. O meglio: i picchi di gioco dell'Olimpia rimangono sempre alti, con il Cska ha tenuto abbastanza bene, la rimonta contro Pesaro non era così scontata e qualche minuto di difesa aggressiva si è visto. 

Però ­ senza mica pretendere roba da alta Nba — non si può non notare certe incostanze, certe lacune nella gestione del ritmo partita, certi errori di posizione e di esecuzione. 

E un atteggiamento nella propria metà campo di attesa degli eventi, prima di prendere la situazione in mano e giocare sui contatti e sulle linee di passaggio. Ricordiamoci che i recuperi sono sì esaltanti, ma portano via energie e non sempre si riesce a completarli. 

E allora subentra anche la frustrazione dell'impresa sfiorata. Capisco la difficoltà tattica di affrontare avversarie così differenti in così breve tempo. 

Passare dallo strapotere muscolare e atletico del Cska alla leggerezza ­ fisica e mentale ­ della Carpegna Pesaro, che è venuta a giocarsela sciolta ed era stata ben preparata dall'ex Repesa. 

Il problema è che si finisce a giocare sotto ritmo contro i russi (che sono poi bravissimi a impedirti il gioco in velocità) andando a sbattere contro una difesa che usa i contatti, e a farne uno in più contro i marchigiani in serata ispirata al tiro. 

E meno male che Datome ha giocato un quarto quarto dei suoi, da altissimo ingegnere di Formula 1: girando i tre bulloni giusti, ecco che la fuoriserie è partita. Consiglio non richiesto per Madrid: calma e gesso, giocare ai 24 secondi, mai far prendere fuoco al Real.

Il corri e tira potrebbe essere fatale. 

Andiamo alla nota dolente, di cui un po' tutti i tifosi e gli addetti ai lavori stanno parlando. Armani senza peso in area, in difficoltà con suo unico vero pivot "classico" (Hines è il re degli atipici), insomma il rendimento di Tarczewski è sotto osservazione. 

E questo stupisce perché il ragazzo non è di primo pelo ma è ancora fresco, ha 28 anni da compiere, è integro e non ci sono motivi apparenti per questa sua involuzione. 

Nell'atteggiamento in campo, prima ancora che nelle cifre che pure sono deficitarie. Cambiare? Tagliare? Aggiungere e poi ruotare? È il solito dilemma invernale di mercato, con gli agenti che cominciano a telefonare e proporre, le società a sondare e noi ad aspettare.

Io dico che, se l'Armani vuol prendere un pivot nuovo, deve muoversi soltanto se in Europa o dall'Nba si libera davvero un giocatore consistente. 

Sono rari. Che sia uno specialista, un rimbalzista con fiuto, uno che fa paura in area, la sua. Mi viene in mente un Arthur Kenney, che per il mio Simmenthal fu perfetto.

to.