È polemica anche a Milano, Paladini: «Andrò al Forum con una bandiera palestinese»
Se la partita tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv è ormai diventato un caso con un continuo botto e risposta tra Sindaco e Governo, anche per quella del giovedì tra Olimpia Milano e Hapoel Tel Aviv non mancano le polemiche. In particolare a muoversi è il consigliere regionale Luca Paladini, il quale sui social scrive: "Ho scritto un post due giorni fa che ha suscitato un certo stupore a giudicare dal numero di giornalisti che mi hanno contattato per avere maggiori informazioni. Vedo di chiarire. Poche cose chi mi segue sa, di me. Una credo sia sicuramente che sono un grandissimo appassionato di basket e tifoso della squadra di Milano. Domani sera andrò al Forum. Come faccio per ogni partita di campionato e di Eurolega. Domani sera l'Olimpia giocherà contro una squadra di Tel Aviv.
Personalmente non sarò a capo di nessuna manifestazione di contestazione, che so ci sarà, fuori dal Palazzo. E che rispetto. Personalmente non andrò con lo spirito di insultare degli atleti a cui non posso attribuire nessuna colpa, perché fino a prova contraria, essere israeliani, non può essere considerata tale. E ci mancherebbe. Ugualmente, ritengo grave che gli organismi sportivi internazionali non abbiano fatto come con la Russia ed estromesso ogni rappresentante di uno Stato che si è macchiato di crimini di guerra, dalle competizioni internazionali. Per questo, solo per questo mi autodenuncio in partenza. Andrò al Forum con una bandiera palestinese. Andrò per ricordare cosa è successo e continua a succedere lì. Non sia mai, che a me, come a tanti altri che so, faranno la stessa cosa, sia sequestrata all'ingresso.
Non sia mai che parta una censura preventiva di un'iniziativa assolutamente pacifica. Nel caso denuncerò l'atteggiamento della Questura che mi auguro non sia così miope. Un'ultima cosa. In tanti mi hanno attaccato dicendomi che sport e la politica non vanno mischiati. Potrei su questa considerazione scrivere un pippone che parte da Jesse Owens e arriva a Muhammad Ali, passando per la Coppa Davis in Cile nel 1976, e i mondiali di calcio argentini del 1978. Lo sport, gli sportivi, i tifosi, non sono e non devono essere corpi estranei a tutto quello che succede intorno a loro. Sennò davvero vale la locuzione latina del "panem et circenses", che sta per "pane e giochi del circo", usata per descrivere la strategia demagogica dell'antica Roma di soddisfare il popolo con cibo (pane) e intrattenimento (circenses) per mantenere l'ordine sociale. Espressione, attribuita al poeta Giovenale nelle sue Satire, che criticava un sistema che distoglieva le masse dalle preoccupazioni politiche e civiche, offrendo loro piaceri superficiali.
Io voglio considerarmi un tifoso che riesce allo stesso tempo a non staccare la spina da tutto quello che lo circonda. Per questo domani porterò con me la bandiera di un popolo martoriato e offeso nel suo diritto a esistere. Il resto è nelle mani di chi governa l'ordine pubblico a Milano che voglio sperare si comporti in modo responsabile e maturo".