La prima vera spaccatura arriva nel secondo quarto: dal 36-36 si vola a 57-42. Golden State forza da tre e, soprattutto, perde diversi palloni; Orlando capitalizza, provoca falli, non sbaglia dalla lunetta e impone dominio sotto il ferro. Il rientro di Curry, ben assistito da Butler e bollente dall’arco, riporta lo scarto a un solo possesso, mentre la difesa dei Dubs alza il volume (67-60).
Segnali di reazione, ma inerzia ancora in mano al Magic.
Con i Warriors in affanno nei pressi del canestro, poco puliti nella gestione e con Orlando tornato a colpire da tre, il margine risale oltre la doppia cifra e lì si stabilizza: ogni errore si paga caro, firmato Franz Wagner, Desmond Bane e compagni. Curry prova a restare a contatto, ma l’indirizzo al tiro cala nel gruppo californiano (93-85).
La partita scivola verso il finale con Orlando saldo alla guida.
Anche nei minuti di riposo di Curry, Butler tiene a galla Golden State, ma i Magic rispondono con Bane, Wagner e soprattutto il duo Anthony Black – Wendell Carter Jr.. La tensione sale, l’inerzia resta: dopo gli ennesimi hustle plays di Carter Jr. e Jalen Suggs, quindi una tripla di Bane, la banda di Curry e Butler depone le armi (121-113).
Sei uomini in doppia cifra: Bane (23, 6 rimbalzi, 5 assist, 5 recuperi) e l’iperattivo Black (21) trascinano, mentre i Warriors si scoprono troppo dipendenti da Curry (34, 9 assist, 3 recuperi) e Butler (33, 7 rimbalzi, 3 recuperi).