Lega A - Cesare Pancotto e il grande errore degli anni Novanta

Lega A - Cesare Pancotto e il grande errore degli anni Novanta
© foto di foto Gorini

Tra gli allenatori della serie A è quello che pratica il mestiere da più tempo, e per il quale ha rinunciato alla laurea in architettura (gli manca un esame). Cesare Pancotto allena dal 1982 e ha attraversato le decadi della pallacanestro italiana. Le sue impressioni e i ricordi alla penna di Fabrizio Fabbri del Corriere dello Sport.

Cavalcare i cambiamenti. Ho iniziato in uno sport che era molto tecnico ma si capiva che sarebbe andato alla ricerca di fisicità ed atletismo. Ho voglia di guardare avanti, sono attratto dalla curiosità di scoprire. Bisogna migliorarsi per correre dietro al mondo, non deve essere il mondo a muoversi attorno a te.

Gli anni '80. La voglia di far diventare il nostro sport nazionale, coinvolgendo piazze del centro e del sud. I club avevano un tesoro inestimabile: il settore giovanile su cui investivano perché tutelati dal cartellino. Arrivavano giocatori stranieri di alto livello e la NBA e i top club europei erano di meno. L'Italia era una meta ambita.

Gli anni '90. C'è stato un momento di grande entusiasmo, forti investimenti e si guardava al futuro. Ci fu una iniezione di grandi somme di diritti televisivi; insomma, si pensava in grande grazie alla presenza di proprietari come Scavolini, Maggio, Snaidero. Errore fu pensare che tutto sarebbe proseguito.

Darren Daye. Darren Daye rimane un pezzo unico, una sintesi del giocatore ideale che poteva fare tutto. Aveva anche una dote innata: intercettava il momento decisivo della partita. Ricordo un episodio in A2. Giocavamo a Padova e se avessimo vinto e Torino, impegnata a Fabriano, avesse perso, saremmo stati promossi in A. A tre minuti dalla fine eravamo sotto e arrivò la notizia del successo dei marchigiani. Darren lo capì e giocò quattro palloni decisivi, ribaltando la gara.

Dai padri ai figli. Il tempo passa inesorabilmente. Domenica scorsa abbiamo affrontato Roma con Amar Alibegovic. Io ho avuto l'onore di avere papà Teo con me. E' fantastico esserci e vedere i figli dei miei giocatori protagonisti.