EuroLeague - Olimpia, Nicolò Melli "Proviamo a conquistare l'Europa"

EuroLeague - Olimpia, Nicolò Melli "Proviamo a conquistare l'Europa"
© foto di SAVINO PAOLELLA

Turno interlocutorio di campionato da non sottovalutare, quello dell'Olimpia Milano contro la GeVi Napoli, ma comunque una sorta di prova generale per l'inizio dei playoff di EuroLeague contro i campioni uscenti dell'Anadolu Efes. Le sensazioni di Nicolò Melli a La Repubblica edizione Milano.

Efes. Appunto, sono i campioni. Una squadra che per esperienza, talento e profondità può battere chiunque. Le partite già vinte non contano, in una serie si può ribaltare qualsiasi pronostico o situazione. Pronostico dice Milano. Veniamo da un'Eurolega ottima, tutto l'anno tra le prime quattro. Abbiamo perso qualche partita stupida e vinte altre non scontate. Seminando tanto: all'Olimpia, negli anni scorsi, vincere a Barcellona era un miracolo, ora è un obiettivo. E l'approccio delle nostre avversarie è cambiato. Manca solo un trofeo a coronare il nostro cammino.

Vincere è un dovere? Più che altro noi vogliamo vincere. Non sentirai mai nessuno contento di una semifinale, tutti guardano al bersaglio grosso, anche noi che non siamo i numeri uno d'Europa. Punti a cento, poi se ottieni novanta va bene. In Eurolega basta un tiro come quello di Punter l'anno scorso per cambiare tutto. Pensate a quanto ci mise il Cska per tornare a vincere, o il mio Fenerbahce, che quasi perdeva una semifinale con la sorpresa Zalgiris. L'obiettivo realistico è la Final Four. Lì tutti ci proveranno.

Farlo in quest'anno di guerra e di Covid avrebbe un valore più alto? Evito di caricare il basket di troppi significati, succedono fatti più importanti altrove. Ma è vero che in questi due anni, soprattutto dai social, riceviamo tanti segnali dai tifosi, ci tengono particolarmente.

Virtus Segafredo. A Bologna potevamo giocare meglio, ma speriamo di ritrovarli più avanti. Loro si sono rinforzati tantissimo, ma i cavalli vincenti si vedranno alla fine.

Ora sono avanti. È vero, ma la fase calda comincia adesso. Noi a playoff di coppa, loro pure, in Eurocup, a partita secca, una formula stressante. E non dimentico Brescia, che ha fatto un campionato clamoroso. Comunque, per tornare alla rivalità, è bello che ci sia, come in tutti i campionati importanti: Real/­Barca in Spagna, Oly/­Pana in Grecia, Efes­/Fenerbahce in Turchia. E spero che la Virtus torni in Eurolega.

Gli urlacci di Messina. Ettore è come lo vedete, coerente con la sua mentalità, chiede sempre molto, l'attenzione dev'essere sempre altissima, e tu devi stare pronto, senza pensare all'errore o alla partita precedente. Se noi siamo ai vertici è perché il coach è esigente al massimo. Colgo pure l'occasione per fargli i complimenti per lo scudetto al Milan, ormai è cosa fatta...

Leader di spogliatoio. Non io: mi hanno fatto co-­capitano perché non si fidavano a sufficienza. Non Gigi Datome, con quella barba da santone e il fare da intellettuale mal riuscito... No, il totem è Kyle Hines, per la sua carriera, per quello che dice, per come lo dice. Apre bocca e tutti zitti. Ma non sottovaluto il ruolo del gruppo italiano, da Ricci ad Alviti a Baldasso e Biligha: hanno fatto un lavoro incredibile anche giocando poco, sempre lì a sbattersi tutti i giorni e a farsi trovare pronti.