- La promessa di Italiano: "Rieti sarà la mina vagante del campionato”
L’ala-centro di Serra San Bruno (VV), classe 1991 di 198 cm ex nazionale Under 20, debutta in A2 con Piacenza, prima di passare alla Fortitudo Bologna; con i bolognesi disputa le seguenti quattro stagioni, conquistando subito la promozione in A2 e sfiorando l’A1 insieme a Davide Raucci. Italiano passa poi a Casale Monferrato, San Severo (insieme a Marco Spanghero) e Udine, sempre in A2. La scorsa stagione lo ha visto nuovamente protagonista alla Fortitudo Bologna dove ha fatto registrare 8 punti di media raggiungendo la semifinale playoff, persa contro la Vanoli Cremona poi vincitrice del campionato.
Italiano ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2024 ed ha scelto anche per questa avventura il numero 31.
L’addio alla Fortitudo è stato carico di emozioni: quanto le è pesato andare via e perché non è rimasto?
“La storia d’amore con la Fortitudo inizia nel gennaio 2015 dopo la mia esperienza al Sant’Arcangelo e a Piacenza: il giorno che riuscimmo a trovare l’accordo ricordo che chiamai subito i miei genitori e il mio gruppo di amici tifosissimi di Bologna che furono felicissimi per me. Il legame con la piazza è cresciuto giorno dopo giorno ed è sempre stato molto positivo, tanto che molti tifosi sono diventati carissimi amici.
Non sono mai stato un giocatore di solo puro talento, ma ho sempre cercato di sacrificarmi per la squadra e credo che questo sia stato sempre apprezzato dalla gente, soprattutto perché molti si rivedevano in me. A inizio anno, dopo pochi mesi mi era stato comunicato che c’era l’intenzione di prolungare il contratto di un altro anno, poi con il cambio di proprietà e l’arrivo del nuovo allenatore non c’è stata possibilità di rimanere”.
La vittoria in Coppa Italia a Udine è stato un altro pezzo di storia importante della sua carriera
“L’avventura friulana partì subito in salita dal momento che non fui accolto bene dalla tifoseria organizzata. Ricordo ancora quello striscione…Poi decisi di prenderla come una sfida personale cercando di far cambiare l’opinione di tutti sul mio conto. A distanza di diversi anni mi sento di aver vinto quella sfida perché dal mio addio ho ricevuto sempre molto affetto e rispetto da tutte le persone che lavorano all’Apu. Sono stati due anni davvero molto importanti per la mia crescita da giocatore. ma anche umana- Ho conosciuto grandissimi professionisti e una società di primissimo livello che merita la massima serie”.
Senza dimenticare che è passato anche da Casale
“Dopo le diverse difficoltà affrontate a Scafati decisi di accettare il progetto di Casale che in quel periodo era davvero molto ambizioso tanto che riuscimmo a raggiungere i playoff. Il rapporto con la società e lo staff fu veramente splendido, c’era tanta disponibilità e molta cura dei dettagli e tutti ci sentivano a proprio agio. Sono stati 5 mesi molto importanti per la mia crescita che sicuramente non dimenticherò”.
Che cosa l’ha spinto ad accettare Rieti e quali sono le sue sensazioni in vista della stagione che sta per partire?
“Appena ho scoperto che c’era la volontà da parte di Rieti di ingaggiarmi ho sentito Davide Raucci che mi ha parlato fin da subito molto bene sia del coach che del progetto.Poi è arrivata anche la chiamata di coach Rossi che mi ha trasmesso molta carica e energia per affrontare la prossima stagione nei migliori dei modi. Guardando il roster, sono certo che con il lavoro di tutto il team saremo una bella mina vagante per tutti e possiamo toglierci diverse soddisfazioni”.
Di Pozzecco ne abbiamo scritte e lette di tutti i colori, ci dica la sua.
“Gianmarco è un allenatore molto preparato dal punto di vista tecnico e che già da giocatore aveva un’intelligenza tattica fuori dal comune. Questo lo ha sicuramente aiutato ad arrivare fino alla nazionale. Dal punto di vista caratteriale ha un’energia incredibile che ho capito fin dal giorno del suo arrivo a Bologna dove ha creato un gruppo coeso. Con il suo aiuto sono migliorato molto e ho sempre apprezzato il suo modo diretto di affrontare le cose”.