Giustizia sportiva sotto attacco del governo: Gianni Petrucci non ci sta

Giustizia sportiva sotto attacco del governo: Gianni Petrucci non ci sta
© foto di Savino Paolella

Consiglio Nazionale del CONI ieri 23 maggio a Roma, argomento del giorno la lettera inviata dal ministro Abodi che rimette in discussione tutto l'impianto della giustizia sportiva, le cui criticità sono state amplificate dal caso Juventus, ma che nel piccolo della pallacanestro italiana sono bollate dalla vergogna delle sentenze sui casi Eurobasket Roma e Pallacanestro Varese.

Il presidente FIP Gianni Petrucci, già presidente del CONI dal 1999 al 2013 prima di lasciare il posto all'attuale Giovanni Malagò, ha tuonato contro l'ingerenza che avrebbe manifestato la politica sull'argomento. Il Corriere dello Sport riprta stralci del suo intervento al Consiglio Nazionale.

Quale autonomia? "Non è possibile essere vilipesi ogni volta.­ Il governo è sempre scontento. Lo sport italiano va male? Noi non ce ne accorgiamo. Vinciamo tante medaglie eppure diamo fastidio. Ci assicurano autonomia: sarebbe questa?"

Vade retro Abodi. "Quella lettera vuole essere un invito ma di fatto è un'imposizione e io voterò contro qualsiasi riforma della giustizia sportiva che ci venga imposta dal governo, anche se sarò solo."

Endofederalismo di conserva. "Da sempre la giustizia sportiva è endofederale:­ quando ero presidente io, dopo ogni caso, si sollevavano questioni ma io sistema l'ho sempre difeso."

L'ultima sfida. "Se non fidano di quella che c'è, la riforma se la faccia direttamente il governo e, già che c'è, nomini lui anche i giudici."