Giustizia sportiva: è ora di cambiare, dal CONI fino alla serie A di basket

Giustizia sportiva: è ora di cambiare, dal CONI fino alla serie A di basket

Il presidente della FIP Gianni Petrucci si è sempre rifiutato, per la sua logica di conservazione del potere, di dare la necessaria autonomia amministrativa della giustizia sportiva alla LBA, che sarebbe in linea con l'orientamento di successo dei principali campionati nel mondo (NBA, EuroLeague, Liga Endesa). In questo comune agli altri presidenti di federazioni sportive del CONI, e i danni che sono stati provocati da un sistema autoreferente che ha negato la possibilità del ricorso alla giustizia ordinaria ai processati, si è arrogato il diritto di scegliere inquirenti e giudici anche quando in conflitto di interessi (e responsabilità) e, proseguendo nella lista fatta da Pietro Calabrese su Tuttosport stamani "la possibilità, denunziata più volte dagli stessi addetti ai lavori, di incidere, mediante l'uso della giustizia domestica, sulle carriere e sulle stesse candidature di reali o potenziali avversari; l'affidamento di duplici e triplici incarichi dalle Federazioni a un numero ristretto di studi legali, spesso chiamati anch'essi a fungere da controllori e controllati."

Che tutto ciò sia vero lo hanno messo nero su bianco tutti i candidati all'ultima elezione della presidenza del CONI che hanno promesso una riforma. Ma anche qui abbiamo un presidente nuovo ma antico come Buonfiglio che vorrebbe "nominare una Commissione dei 12 esperti (saggi?) che invece di essere un organismo completamente indipendente sarà "guidata" dal Coni (che ne designerà i componenti) e vedrà la presenza di due presidenti federali." A queste condizioni potremmo già adesso scriverne i risultati... Ma a rompere le uova nel paniere è sopraggiunta "la sentenza datata 1.8.2025 della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (causa C600/23), che ha stabilito per tutti i Paesi UÈ un principio sacrosanto, ma fino ad oggi negato (soprattutto dal nostro sistema di giustizia sportiva) : contro le decisioni del giudice sportivo, comprese quelle prese in ultimissima istanza dal Tas di Losanna, deve essere sempre possibile poter ricorrere alla Giustizia Ordinaria."

Nello specifico, in estrema sintesi, la Corte ha ritenuto l'esclusione di tale possibilità contraria alle norme comunitarie e in particolare all'art.47 della Carta dei Diritti Fondamenta li dell'Unione Europea, considerando l'esercizio dell'attività sportiva equivalente ad una «attività economica nel territorio dell'UE» e la decisione arbitrale (che deve essere conforme «ai principi e alle disposizioni che fanno parte dell'Ordine Pubblico dell'Unione») soggetta al preventivo ed effettivo controllo di un giudice dello Stato membro interessato. Non solo, ma in presenza della negazione del diritto a sottoporre al giudice ordinario dello Stato di appartenenza l'anzidetto controllo, la Corte ha negato alla decisione o lodo arbitrale «valore probatorio» e «autorità di cosa giudicata, nel territorio dello stesso Stato membro, nei rapporti tra le parti di detta controversia e i terzi. Nell'ultimo caso applicabile alla nostra pallacanestro, è un via libera a Valerio Antonini nel ricorso al giudice ordinario per farsi togliere i quattro punti di penalizzazione inflitti per la vicenda dei crediti d'imposta falsi con cui l'hanno truffato, nonostante abbia prontamente provveduto all'esito del controllo della Agenzia delle Entrate al corretto pagamento.