Femminile: Bologna ha vinto la Super Coppa, viva la Virtus. Ma attenzione...

Finalmente la Virtus Bologna ha vinto il primo trofeo della sua giovane storia battendo Schio. Che si festeggi dunque, ma sotto c'è il caos
26.09.2023 07:50 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Femminile: Bologna ha vinto la Super Coppa, viva la Virtus. Ma attenzione...

Una lettura del giorno dopo della vittoria della Segafredo Virtus Bologna sul Famila Wuber Schio nella finale di SuperCoppa (70 a 65) non è molto diversa da quella dell’immediato dopo partita.

Prima di tutto non si può prescindere dalle assenze che entrambe le formazioni hanno avuto nella due giorni di Pordenone - la prossima sede sarà al confine con la Francia per essere ancora più lontana? Nelle 28 edizioni della finale solo 6 volte si è scesi sotto Roma e l’ultima volta è stata nel 2012 a Taranto alla faccia della promozione e delle diffusione – e che hanno limitato il potenziale di Bologna e Schio: Rupert per le neo campionesse di Super Coppa, giocatrice sopraffina e di enorme sostanza allo stesso tempo, Parks, Juhasz e Chagas (che era in panchina per onor di firma )
per Schio. Ma si sapeva anche prima dunque amen, giusto per una nota del redattore, ndr.

Chi ha sofferto di più? Schio per la quantità, Bologna per la qualità dunque forse pari, forse. La batteria di tiratrici della Virtus ha prodotto un 43% da tre contro il quale per vincere è impossibile rispondere con il 21% da oltre l’arco e con meno del 70 per cento dalla lunetta pur tirando meglio da due. La partita è stata sempre abbastanza equilibrata salvo quale strappo della Virtus, l’ultimo dei quali, 43 a 50, sembrava quello decisivo verso la fine del terzo quarto. Cecilia Zandalasini ha pensato bene di rimettere in partita Schio facendosi fischiare uno… sciocco fallo tecnico dopo aver appena segnato lei da tre. Da lì la risalita di Schio fino al pari sul 53 per tutte e due. Poi avanti insieme con Bologna sempre un’incollatura avanti fino al momento della tripla di Lauren Cox, una che di questa cose se ne intende, con pochi secondi alla sirena finale.

Primo trofeo per la Virtus Bologna femminile, il patron Zanetti che alla sua età si inginocchia - come da foto -  davanti ad Olbis Andrè a fine partita come se fosse una Dea – Olbis ha giocato benissimo nella due giorni di Pordenone – la squadra maschile che va in finale: “tutto molto bello” direbbe Bruno Pizzul. Il movimento del basket italiano è in salute e siamo tutti contenti.

Giusto che lo siano a Bologna, il momento va festeggiato anche se siamo ad inizio stagione, ogni vittoria in un trofeo è importante, se poi è il primo, che s’avanzino libagioni e danzatori d’ogni genere e che la festa abbia inizio. Fino a lunedì magari però perché sabato 30 settembre comincia il campionato. A Schio per l’Opening Day.

Molto meno giusto che lo sia il movimento della pallacanestro femminile che tra nazionali, segreti da spogliatoio di Pulcinella, allenatori che allenano in A1 senza i titoli necessari (il CNA che dice però su questo? È d’accordo? O l’Entità superiore che permette questo è onnipotente?) ed una confusione tecnica nella scelta del capo allenatore della femminile, ha passato momenti di vera miseria progettuale e cammina sul fondo del baratro nel quale una dirigenza cieca ed incompetente l’ha scientemente gettato. Unica perla il bronzo dell’Under 16. La Senior lasciamo stare e le altre abbandonate ai capricci di un coach che ha preteso tutto e tutte per poi stringere il nulla.

In pochi giorni si è passati – per la scelta del nuovo allenatore della squadra nazionale senior, da Walter De Raffaele a Mery Andrade, passando per la voglia di chiamare Marina Maljkovic o Tara Vanderver: tutte persone di altissimo livello, successi straordinari ed esperienza – specie le tre allenatrici – e per le quali sarebbe stati necessari grandi investimenti in termini economici e di pianificazione. Due cose delle quali la FIP per il femminile proprio non vuole sentir nemmeno bisbigliare.  Per poi arrivare ad Andrea Capobianco. Nulla da dire sul coach incaricato, ma è la scelleratezza dei diversi pensieri che lascia interdetti: qual è l’idea tecnica o progettuale alla base di tutti questi nomi, così diversi nell’interpretazione del gioco e nella preparazione della squadra? Per la cronaca De Raffaele e Andrade hanno gentilmente declinato l’invito per motivazioni diverse. In bocca al lupo a coach Capobianco, lui sa bene, speriamo, che il lavoro da fare è di quelli da tabula rasa.

Per chiudere e tornare sulla Super Coppa. L’esordio televisivo della nuova piattaforma con le telecronache di uno dei due “Responsabili!!??” dell’Ufficio stampa della Lega e le riprese è stato…diciamo…potremmo dire….Ma che lo scriviamo a fare, sono tutti contenti, una festa per l’enfasi di chi conduceva, i soliti numeri a mitraglia, la solita televendita alla Aiazzone. A Roma si dice “volemose bbene”. Ma non è così che si aiuta il movimento a crescere.