NBA - Nuggets, prima espulsione della carriera per David Adelman
All’inizio della settimana, la sfida tra Rockets e Nuggets era stata segnata da un arbitraggio molto discusso, tanto che Ime Udoka non aveva esitato a criticarlo apertamente dopo la partita. Nel nuovo confronto del sabato, le tensioni non sono diminuite: questa volta David Adelman ha perso la calma ben prima della sirena finale, al punto da essere espulso. Nel primo tempo, il coach dei Nuggets aveva già ricevuto un tecnico per aver protestato contro due falli fischiati a Nikola Jokic. «Mi sembrava che entrambe le squadre stessero giocando con grande intensità e fisicità. Devo riconoscere ai Rockets che danno sempre tutto», ha spiegato Adelman. «Poi ci sono stati due fischi, a mio avviso piuttosto leggeri, contro il nostro miglior giocatore. Successivamente lui ha commesso due falli reali, che lo hanno costretto a uscire dalla partita.» Il vero punto di rottura arriva però nel quarto periodo. Durante un attacco di Jokic contro Steven Adams, Jabari Smith Jr. prova a rubargli il pallone e Adelman è convinto che ci sia un fallo evidente sulla sua stella. Furioso, si dirige verso l’arbitro Tyler Ricks urlando: «Ma che diavolo avete?». L’arbitro non esita: secondo tecnico e conseguente espulsione.
Jared Dudley prende in mano la squadra. «Onestamente, ero senza parole…» ha ammesso Adelman. «Stavo cercando spiegazioni e sono andato a parlargli, ma continuava ad allontanarsi. Pensavo potessimo confrontarci, invece mi ha detto di lasciare il campo…». Così si è consumata la prima espulsione di Adelman da quando siede sulla panchina dei Nuggets, lo scorso aprile. Al suo posto è subentrato Jared Dudley, che però non è riuscito a evitare la vittoria dei Rockets alla Ball Arena. Nel post‑gara, Adelman ha mantenuto toni concilianti e non ha attaccato gli arbitri, evitando così una probabile multa — a differenza di quanto accaduto a Udoka pochi giorni prima. «Credo che i due arbitri [Tyler Ricks ed Eric Dalen] abbiano fatto il massimo. Come ho detto, ero infastidito dal ritmo della partita. Devo gestire meglio queste situazioni. La gara non era finita e ho lasciato che le emozioni prendessero il sopravvento.»