Coppa Italia Frecciarossa - 16a volta Famila Schio una partita agonistica

(di EDUARDO LUBRANO). La Coppa Italia Frecciarossa 2025 di pallacanestro femminile l’ha vinta il Famila Wuber Schio che ha battuto in finale l’Umana Reyer Venezia per 54 a 45. E’ stata una bella partita? No, ne’ dal punto di vista tecnico (il dato cumulato delle due squadre dice 37 canestri dal campo su 130 tiri totali) ne’ da quello agonistico perché pur volendo vincere tutte e due le squadre, c’è stata una sufficiente correttezza in campo. Oddio qualche schiaffone e mazzata di troppo e’ volata ma gli arbitri…beh facciamo finta di nulla, non li hanno visti e fischiate. Forse ne ha fatto le spese più Venezia meno pronta a mettere le mani addosso nei momenti decisivi rispetto all’esperienza di Schio ma non e’ per questa che l’Umana ha perso.
La squadra lagunare ha perso perché in una partita con quei tanti errori segnalati prima, ne ha fatti tanti di più ed alla fine quando sembrava riavvicinarsi nel punteggio, da meno 12 a meno 6 a meta’ del quarto periodo, non ha avuto la forza ne’ la lucidità di proseguire il rush. Dojkic, Verona e Keys a quel punto hanno risposto e la gara e’ finita. Il tabellino di Venezia e’ cosi’ composto: 12 su 43 a 2…3 su 26 da tre…44 rimbalzi e 15 palle perse. Quello di Schio: 15 su 33 da due, 7 su 28 da tre, 44 rimbalzi con 17 palle perse. Insomma una debacle clamorosa della squadra di coach Mazzon che non ha avuto nessuna giocatrice in doppia cifra e soprattutto non ha avuto nelle sue attaccanti di punta quel che di media possono fare: Kujer e Berkani insieme hanno combinato 14 punti, Pan non ha brillato come in Nazionale e Villa e’ stata utilizzata a singhiozzo e forse nemmeno tanto bene.
Di la’ Schio, pur giocando a sua volta una partita al di sotto delle sue possibilità, ha pero confermato di essere un rullo compressore quando l’avversaria non riesce a a metterla sotto di brutto (quasi mai). Le ragazze scledensi aspettano sempre che la partita vada a loro, come dicono quelli bravi, ed a quel punto tritano letteralmente tutte e tutto. A volte con giocatrici che non ti aspetti, Obis Andre’ 17 punti, 6 rimbalzi d un 8 su 10 da due che racconta bene di come la lunga bolognese abbia fatto da padrona sotto canestro. Poi Ivana Djiic, 17 punti, soprattutto i cinque consecutivi che hanno portato Schio dal 42 a 46 al 42 a 51 indirizzando la gara. In una giornata nella quale Laksa non ha brillato come sempre e Salaun ha segnato solo 2 punti. Ed allora complimenti a Schio per la sua sedicesima Coppa Italia, per essere tornata a battere Venezia in una finale – dopo la Supercoppa e lo scudetto della passata stagione – ed aver riaffermato che proprio l’Umana dovrà fare i conti con il Famila per lo scudetto di quest’anno.
Poi due parole sulla Coppa Italia in generale. La location di Torino e’ bellissima ma inadatta al basket femminile perché un palazzo cosi’ grande vuoto per ben più della metà non e’ uno spettacolo bello. Si può ripensare perché magari oltre a qualche abbattimento dei costi vista la contemporaneità con i maschi non porta nessun beneficio, anzi forse ne toglie? Si può chiedere a chi fa le dirette TV di usare anche per le ragazze una voce di commento al fianco del telecronista come accade per i maschi? Si possono riempire gli intervalli con filmati, approfondimenti, clip, invece di vedere per dieci minuti il palazzo vuoto (in questo caso dico dell’intervallo di metà gara)?La RAI lo fa quando, bontà sua, trasmette le gare della serie A1 o dell’EuroLeague. E si può chiedere a chi fa le cronache di essere un po’ più preparato su storie, personaggi, nomi e pronunce? Dopo questa due giorni non so qualche sia, per fare un esempio, il modo corretto di pronunciare Salaun e Berkani perché ho sentito troppe cose diverse. Piccole cose? Certo ognuna presa da sola. Messe insieme danno il quadro di un evento di serie B e le società, le giocatrici, gli allenatori non lo meritano. E più di tutti il pubblico a casa.
E poi ha ragione Recalcati, ma noi lo diciamo da tempo: la pallacanestro deve andare in chiaro! Per il femminile almeno la finale di Coppa Italia no!!?? Certo bisogna promuovere l’evento, dargli pubblicità, lavorarci come se fosse ogni anno l‘ ultima cosa da fare prima di morire. Ma si può fare, presidente Protani, creda a queste parole, si può fare. Con l’aiuto di tutti anche di chi critica con onesta’ e senza secondi fini.
(EDUARDO LUBRANO)










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