Crollo Nuggets a Miami: sconfitta 147-123 e paura per il ginocchio di Jokic
I primi dodici minuti a Miami sembrano non finire mai per i campioni NBA 2023: la difesa non tiene, le rotazioni sono lente, le letture in ritardo e i secondi quintetti degli Heat fanno quello che vogliono, volando sul 41-29 e dando l’impressione di avere una marcia in più a ogni possesso. Denver è scarica, pesante sulle gambe, spesso un passo indietro su ogni taglio e ogni closeout; l’unico a provare a scuotere i compagni è Bruce Brown, che mette energia su entrambe le metà campo e tiene almeno aperto uno spiraglio. È il preludio alla reazione firmata Nikola Jokic: il serbo entra pienamente in partita, orchestra l’attacco e i Nuggets costruiscono un parziale di 16-2 che ribalta l’inerzia e rimette tutto in equilibrio fino al 63-63 sul finire di primo tempo.
Proprio quando sembra di rivedere la versione abituale di Denver, arriva la scena che gela la panchina: nelle ultime azioni della prima frazione Jokic si fa male al ginocchio, si tocca la zona interessata e rientra zoppicando verso gli spogliatoi, da cui non uscirà più per tornare in campo nel secondo tempo. Senza il loro faro offensivo e il punto di riferimento assoluto in post e in regia, i Nuggets si ritrovano improvvisamente nudi contro degli Heat che fiutano subito il momento e aprono la ripresa con un pesante 11-0, riprendendo in mano il controllo della gara. La squadra di David Adelman non riesce a trovare una risposta collettiva: l’attacco si affida troppo alle iniziative individuali e, in difesa, ogni pick and roll di Miami diventa un problema difficilmente gestibile.
L’unico vero lampo in casa Nuggets porta la firma di Spencer Jones, che prova a tenere in vita le speranze con tre triple in sequenza, ma la sensazione è che ogni sforzo venga immediatamente annullato dalle risposte dall’arco degli Heat, letali nel punire ogni minimo ritardo o rotazione sbagliata, fino a scappare sul 110-99 e poi chiudere addirittura a quota 147-123. Garbage time in cui trova oltre 3' in campo Simone Fontecchio, che porta a casa un 3/3 ai liberi. Denver non smette del tutto di combattere, ma la mancanza di armi vere per tornare sotto nel punteggio, soprattutto nel quarto periodo, è evidente: senza Jokic l’attacco perde profondità e creatività, mentre la difesa continua a sgretolarsi possesso dopo possesso. Alla sirena finale, la sconfitta pesante passa quasi in secondo piano rispetto al pensiero che corre inevitabile al ginocchio del suo centro serbo.