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: Luca Andreoli presenta il campionato di LBF che sarà

L'ex coach di Vigarano, Lucca e Costa in esclusiva per Pianeta Basket, illustra le sue impressioni sulla massima serie
30.09.2025 08:00 di  Eduardo Lubrano   vedi letture
Esclusiva PB: Luca Andreoli presenta il campionato di LBF che sarà

Si riparte da un’immagine che abbiamo visto tante volte: un arresto e tiro, con canestro il più delle volte, da parte del capitano del Famila Wuber Schio, Giorgia Sottana. E si riparte da un allenatore, Luca Andreoli, al momento a riposo, che vanta una importante esperienza in A1 ed A2, oltre che con le Nazionali giovanili, Under 18 nello specifico. Qui tutte le info sull'Opening Day di sabato e domenica prossimi.

Andreoli ci aiuterà a valutare questo campionato “monco” come lo ha definito recentemente Cinzia Zanotti allenatore del Geas, perché ancora una volta la serie A1 è ad 11 squadre. Il che di per sé non è una brutta cosa : “In tutti i campionati d’Europa – dice l’ex coach di Costa Masnaga - il  numero delle squadre partecipanti alla massima serie  è tra 10 e 12 con l’eccezione della Spagna che ne ha 16”. Infatti il  problema non è nelle relativamente poche squadre schierate quanto nel fatto che sia dispari dunque con una che a turno dovrà riposare.

“Il vero guaio dei campionati così corti – dice Luca Andreoli – sta nel fatto che un infortunio ad una giocatrice può essere pagato molto caro non essendoci tempo per recuperare e nel fatto che una sconfitta o due possono essere decisive per il piazzamento finale, per lo stesso motivo del tempo che non c’è per riprendersi. In questo senso io credo che le Coppe europee saranno molto determinanti”.

Spieghiamo  perché e cominciamo ad analizzare il  parterre delle undici formazioni che sabato a Brescia daranno il via alla serie A1 con l’Opening Day.Giocare le Coppe lo sappiamo porta via energie fisiche e mentali oltre che spazi per l’allenamento. Una squadra che non le fa, può legittimamente pensare di fare uno sgambetto ad una delle cinque squadre che giocheranno in Europa e portarsi via due punti che potrebbero essere d’oro. Affrontare una “big” che torna da una trasferta magari lunga o scomoda per i collegamenti, ed in EuroCup ce ne sono diverse, ed ha solo un giorno di allenamento pieno per preparare il campionato, può essere un vantaggio”.

Detto questo eccoci alla preview… “Io credo che Schio abbia fatto una squadra così forte e lunga per arrivare quanto meno alla Finale dell’Eurolega. In Campionato avrà pochi problemi – togliendo gli incidenti di percorso – potendo schierare diversi tipi di quintetti che garantiscono riposo e recupero a tutte le giocatrici.  Un gradino sotto c’è a mio parere Venezia che ha una squadra diversa rispetto al solito: ottime tiratrici capaci di creare anche dal  palleggio e lunghe brave ma non così accentratrici del gioco come negli anni passati. Charles è fortissima così come Mawunga e Holmes col ritorno di  Matilde Villa – speriamo nel modo migliore .- che nel momento decisivo della stagione potrebbe rappresentare un valore aggiunto. Se organizza il talento che ha diffuso, può dare fastidio a Schio. Poi ci sono le altre, dal terzo al sesto poso secondo lo schema che ho in mente”.

Campobasso, Derthona e Geas in ordine alfabetico? “Derthona ha una ottima squadra ed ha il grande vantaggio di non giocare le Coppe e poter preparare settimana per settimana una sola partita. Se saranno brave a trasformare questo aspetto in un’altra “arma” allora avranno delle possibilità importanti. Al netto degli infortuni ritengo che Geas abbia qualcosa in più sul piano del roster, specie se Madison Scott, la rookie in uscita da Ole Miss, confermerà il buono che ha fatto lì. La conferma di Roumy ad alti livelli può essere un’altra chiave importante. Campobasso dipenderà molto da Simon, che può ripetere lo splendido campionato scorso, e da Makurat che avrebbe diritto ad una stagione libera da infortuni. Queste tre penso che si giocheranno le posizioni nei playoff dopo le due venete super”.

E poi dal sesto all’undicesimo posto che può accadere? “Di tutto. Perché non vedo una squadra di queste altre, nettamente più forte delle altre.  Il quintetto di Sassari è molto buono, la Richards e l’ungherese Buros sono ottime giocatrici, Treffers se può giocare con spazio e ricevere in movimento è un’altra che sa fare male alle avversarie. San Martino ha un nucleo italiano di buon livello,   un allenatore molto bravo ma dovrà trovare presto la chimica giusta con le straniere per ripetere l’ottima stagione passata. Broni ha,  a sua volta, un allenatore bravo ed ha fatto una squadra forte, esperta, sempre che le straniere si adattino al gioco di coach Diamanti. E poi c’è  da valutare il recupero del centro,  l’americana Jillian Archer, molto importante. Battipaglia, con Baldassarre in rampa di lancio, e Roseto hanno segnato tanto nel  precampionato – che conta poco in assolutoper tutte – ma hanno dimostrato di avere punti nelle mani se riescono a mantenere un certo livello in questo senso, la stagione si fa interessante. E Brescia ha fatto una buona squadra nella quale il rendimento di Frustaci e Togliani sarà centrale. Su tutto e  per tutte l’elemento fondamentale comune sarà l’inserimento o meno delle nuove straniere”.

Argomento che le sta molto a cuore, le giovani?

Di giovani in senso stretto nella pallacanestro – a 20 o 21 anni lo si è solo sulla carta d’identità – ci sono Baldassarre e Giacchetti. Hassan e Sablich fanno la serie B con Venezia e chiudono al bisogno il roster della prima squadra. Facendo una scappata in A2, credo che Mueller a Trieste, Olandi, Bernasconi e Readelli a Costa penso siano quelle che avranno più spazio.  Possibilità che meritano anche Gecchele e Zuccon se la sfortuna, leggi incidenti, le lasceranno in pace finalmente visto che difficilmente torneranno in tempo per giocare un buon numero di partite”. 

Nota finale, magari con la squadra sorpresa? “Al momento non vedo una sorpresa. La nota finale è quella che ha attraversato tutta la presentazione: trovare l’alchimia giusta nel  più breve tempo possibile ed avere meno infortuni possibili. Perché la fortuna gioca un ruolo a volte determinante nella storia di un campionato”.