Olimpia Milano, ricomincio da tre. Ettore Messina come Troisi, ma non c'è niente da ridere

27.07.2019 09:38 di Umberto De Santis Twitter:    vedi letture
Olimpia Milano, ricomincio da tre. Ettore Messina come Troisi, ma non c'è niente da ridere

Adesso il tratto tecnico dell'ultima stagione Proli-Pianigiani all'Olimpia Milano è stato definitivamente eliminato. Adesso molti si ricordano come l'aria per Mike James a Milano si fosse fatta irrespirabile dopo la firma di Ettore Messina. Due modi di vedere la pallacanestro agli antipodi, un modo per chiarire definitivamente che in campo ci vanno i giocatori ma comanda sempre l'allenatore che ha alle spalle una società presente.

E pazienza se la stampa chiederà i danni all'Armani visto che francamente le esternazioni di James via Twitter fanno sempre alzare le letture...

Impegnato con gli amici in America nel TBT Tournament, il buon Mike aveva pensato che comportarsi da reclutatore e uomo-franchigia alla LeBron (che sempre James è dopotutto) fosse un sacro dovere. Senza ricordare che se Messina gli Spurs l'avevano voluto è stato perché portava un punto di vista differente, all'europea, per un confronto che è crescita. E che siamo in Italia e le cose viaggiano in una maniera differente.

Quindi dimentichiamo la dimensione all'americana vista appena qualche mese fa. Amedeo Della Valle non chiamerà più palla per un tiro veloce come fosse un rookie alla Summer League. Il playmaker non sarà più autorizzato a palleggiarsi sui piedi per 20 secondi tentando di ubriacare di finte il difensore. Gudaitis e Tarczewski non saranno più chiamati a riempirsi di falli in pochi minuti perché le guardie terranno meglio la posizione in difesa e in attacco sincronizzeranno i tempi d'esecuzione affinché i blocchi siano portati correttamente. Tre aggiustamenti che cambiano una intera stagione.

L'ultimo regalo di Livio Proli è che anche Mike James andrà via nel solco della recente tradizione che in questi anni ha visto buttare via dalla finestra soldi in quantità industriale ogni volta che una scelta tecnica finiva alle ortiche (pensiamo ai contratti di Banchi e Repesa) o veniva presa frettolosamente (il buyout per Alen Omic). Ci si sarebbe fatto il budget per un'altra società con tutti quei quattrini... ma soprattutto il danno di immagine per l'Olimpia è stato durissimo, scansata da tanti giocatori contattati e non per motivi di ingaggio. Un danno che non sarà mai abbastanza sottolineato.

Inoltre finalmente si dovrebbe separare il modo di vivere del mondo della moda da quello della pallacanestro. La moda fa i parties e vive by night. Lo sport è sudore e andare a letto a giusta ora. La moda è funny in un modo diverso dall'essere divertente della pallacanestro. Il trait-d'-union tra i due mondi è nella capacità del guizzo, della rottura degli schemi. Ma per farlo occorre avere degli schemi e saperli interpretare. Nel caso dell'Olimpia questo non è successo, come si è visto troppo bene.