FIP - L'inghippo federale: la regola è la sentenza Eurobasket o la sentenza Varese?

31.05.2023 21:00 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
FIP - L'inghippo federale: la regola è la sentenza Eurobasket o la sentenza Varese?

L'argomento della riforma della giustizia sportiva è interessante, ma non sappiamo quanto in profondità si debba rinnovare. Piuttosto da due vicende, di cui una ancora in corso, dovremmo trarre la conclusione che c'è molto da cambiare sul tema della sostenibilità economica dei club nel rapporto con federazione e confratelli.

Escludere una società altrimenti virtuosa da un campionato per avere una lite pendente sul pagamento delle spettanze di un giocatore ma rimanere indifferenti di fronte al mancato pagamento di un fornitore che può adire il tribunale fallimentare provocando le stesse conseguenze sono due atteggiamenti sbagliati che la normativa attuale consente.

Sappiamo di trattare argomenti un poco noiosi per i tifosi che pensano al basket solo come il passaggio da un alley-oop a una schiacciata, ma quando si arrabbiano e si fanno facilmente convincere di dover lottare contro un potere occulto che può stabilire una retrocessione per la squadra del cuore, il bisogno di farsi un'idea chiara dovrebbe acuire l'attenzione.

Non c'è alcun senso logico nel punire un club che va in causa con un tesserato ritenendo di non dovergli corrispondere una cifra pattuita all'atto dell'ingaggio, specialmente se i fatti sono di tre anni prima. E' evidente che la società non sta godendo di vantaggi particolari visto che quel giocatore non va in campo e le spettanze sono una cifra coperta a bilancio. Ma il regolamento dice che la società deve essere retrocessa senza alcuno sconto.

Questa infatti è la storia che accomuna Eurobasket Roma e Pallacanestro Varese e la riassumiamo in grandi linee. Nel campionato 2018/19 la prima entra in contenzioso con Damian Hollis; nel campionato 2019/20 la seconda lo fa con il giocatore Tepic. Ovviamente contratti depositati regolarmente. Alla ComTeC dovrebbe essere facile controllare l'esecuzione regolare dei contratti, visto che ogni mese generano pagamenti delle varie tassazioni cui sono soggetti. Se un club salta un pagamento non ne paga nemmeno i contributi perciò niente F24 o ricevuta fiscale o altro: basta saltare una volta per finire sotto la lente d'ingrandimento dei "mastini federali". Invece niente, passeranno quattro anni nel primo caso, tre nel secondo prima che alla FIP si accorgano che qualcosa non è andato dritto in quelle due vicende.

Agli occhi della Federazione e della sua capacità di controllare i bilanci delle squadre di A e A2 sono entrambe degne di essere iscritte, più di una volta, ai campionati che seguono fino a che i BAT emessi dal Tribunale di Losanna arrivano sulle teste dei dirigenti. Di quelli dell'Eurobasket Roma nella tarda primavera del 2022. Il consiglio federale non ha dubbi, la squadra del presidente Buonamici (un anno di interdizione) viene spedita all'inferno e il Tribunale Federale composto dal tiro di legali Romagnoli, D'Andria e Coppola in una sentenza breve regola la materia in poche righe: non c'è sconti, retrocessione.

A Varese, secondo le motivazioni della sentenza della Corte d'Appello, sono un po' più svegli. Si legge infatti che i dirigenti abbiano applicato tattiche dilatorie con la corte di Losanna al fine di superare lo scoglio di iscrizione di inizio luglio 2022 dove si è schiantata l'Eurobasket. Sarebbe un'aggravante al reato, direte voi. Invece no: il bubbone viene alla luce soltanto a metà novembre, e diventa pubblico soltanto nel mese di aprile 2023. Toccherà al Tribunale federale quindi processo e sentenza. Tocca di nuovo ai tre mastini inflessibili Romagnoli, D'Andria e Coppola. La Procura Federale chiede la retrocessione e il precedente non ammette discussioni, sarà retrocessione. Invece Varese viene soltanto penalizzata di 16 punti, ma il presidente Vittorelli, forse per le tattiche dilatorie di cui sopra, di anni di inibizione ne prende tre.

La contraddizione tra le due sentenze è chiarissima: per lo stesso reato - che in senso negativo sulla regolarità dei campionati ha incidenza zero, lo ripetiamo - una società all'inferno e una in purgatorio. Tertium non datur: o i giudici sono poco capaci e non comprendiamo perché non siano stati già giubilati, oppure la giustizia endofederale è probabilmente eterodiretta, e non comprendiamo il perché. Ma non finisce qui.

Queste considerazioni che offriamo ai nostri lettori è stato possibile scriverle solo per un motivo: la pubblicazione delle motivazioni della sentenza della Corte d'Appello federale, fatta con notevole ritardo il 26 maggio. Quando l'8, a scadenza dei dieci giorni per il loro deposito, ci era stato detto che non erano state rese pubbliche per rispetto della privacy e quindi le aveva ricevute soltanto Varese, e pur non condividendo lo avevamo riferito come altri colleghi. Invece poi ce le ritroviamo sul sito della FIP con tutto il suo carico di oscurità.

In fin dei conti, la sentenza giusta può essere solo una delle due e sarebbe un gran bene per tutti ci dicessero qual è. Per poi provvedere ad uniformarle, e magari ad avviare una riscrittura chiara della regola. E aprire una verifica se questa ComTeC i controlli su cui dovrebbe lavorare li esegua puntualmente (cosa che i nostri lettori più attenti sanno che abbiamo già messa in dubbio dal 2014 ai tempi del crac Mens Sana che ha lasciato sul terreno almeno 26 milioni di euro non riscossi dalla Stato) e, ove risultassero groviere incomplete prendere gli opportuni provvedimenti.

Sentenze dubbie e contraddittorie, ma quel che è peggio aver lasciato che la giustizia amministrativa mettesse le mani sulla giustizia sportiva è un altro punto a sfavore della FIP che, per esteso, si potrebbe riverberare sul CONI stesso. Il TAR del Lazio ha disposto che vengano consegnate all'Eurobasket Roma le documentazioni relative all'iscrizione di altri club di A2, e la FIP lo dovrà fare entro la metà di giugno. Non è una bella notizia per la credibilità dell'ordinamento sportivo.