Gherardo Sabatini e la Fortitudo, un matrimonio riuscito

Gherardo Sabatini e la Fortitudo, un matrimonio riuscito

IL DESTINO era nel nome, scrive Il Resto del Carlino. 'Gherardo' ha origini germaniche ed è la fusione di due parole sassoni, gairen (lanciare con abilità) e hardlu (forte). Una sua traduzione approssimativa potrebbe essere 'colui che è abile nel lanciare forte'. Un appellativo azzeccato per Sabatini, il giovane della Tulipano Impianti con il vizio di fare canestri allo scadere e pure dalla lunga distanza.

«QUANDO me la sento tiro e spero, l'importante è farlo sempre convinti — racconta il numero 43 fortitudino —. Contro Alessandria ho segnato da 20 metri e ci ho messo 20 secondi a realizzare che avevo fatto canestro, ma in quella situazione non potevo fare altrimenti, mancavano pochi istanti al termine del quarto». Rimane il fatto che per Gherardo Sabatini una delle differenze tra la Virtus e la Fortitudo è proprio questa: in bianconero il suo istinto doveva stare dentro il sistema di gioco, mentre in biancoblù l'estro è più libero.

«E' vero, qui sono molto istintivo, a volte forse troppo, devo esser bravo a regolarmi in questo aspetto, anche se per ora va bene così». Oltre ad essere cresciuto nel settore della V nera, il padre è Claudio Sabatini, l'attuale presidente della fondazione Virtus ed ex proprietario bianconero che ha traghettato il club dal baratro del fallimento ad una presenza in pianta stabile in serie A. In altre parole in casa c'è un derby tutto familiare, anche se alla fine la cosa non pesa. «Non ci sono discussioni particolari: se gioco male o bene mio padre prova a dirmi la sua opinione, come due persone normalissime, anche se spesso fa delle gag. Più in generale non mi è pesato il passaggio tra le due principali società della città. C'è stata qualche battutina con i miei amici, ma ero, sono e rimango tranquillissimo: l'importante è giocare a basket".

Parole che lasciano intendere come possa diventare una delle bandiere della nuova Aquila. «Gioco alla Fortitudo e il mio futuro è qui. L'ambiente è perfetto e con questi compagni sto da dio. Sono qua e voglio giocare qua. Ho contratto fino alla fine dell'anno, spero di rimanere e l'anno prossimo di giocare nella categoria superiore».

UN MATRIMONIO sancito anche dal pubblico. Sarà per l'intensità difensiva, sarà per qualche "magata" che tanto ricorda i tiri ignoranti di capitan Gianluca Basile, ma Gherardo Sabatini è subito entrato nel cuore della tifoseria biancoblù, nonostante il suo pedigree. «Per me il pubblico in casa è un fattore positivo: a me piace quando c'è un bel clima e il calore: Quando provi sulla tua pelle le stesse emozioni che percepivi da tifoso è una grande sensazione. Si sapeva che i tifosi della Fortitudo avrebbero seguito la squadra in qualsiasi categoria, ma non si potevano prevedere queste dimensioni. L'importante è che lo sport bolognese sia sempre ai massimi li velli. Adesso speriamo per il Bologna Calcio».