LBA - Da Banks a Nick Cabrini Questa Final Eight funziona e piace molto

Fonte: La Provincia di Cremona - Giorgio Gandolfi
LBA - Da Banks a Nick Cabrini Questa Final Eight funziona e piace molto

(di Giorgio Gandolfi). In un momento così delicato per l'Italia, lo sport può rappresentare una distrazione. E, senza basket giocato, facciamo un passo indietro con pensieri sparsi sulle Final Eight di Pesaro.

LA FORMULA. È passata dalla serie di partite eliminatorie che terminavano con una finale, alle Final Four nel 1990, per poi nel 2000 assumere la denominazione dì Final Eight, come anche nel campionato spagnolo e di altri paesi. Tra tutte quelle viste, prima come giornalista e poi coinvolto direttamente con l'agenzia di Milano, che seguiva gli sponsor della Lega Basket, debbo dire che l'edizione di quest'anno e stata tra le più belle e con il pubblico più numeroso, non solo in occasione della finale.

IL GIOCO. Tre aspetti particolari mi hanno colpito. In primis la difesa, o meglio le difese dell'Umana Reyer Venezia, una zona adattata che poi dìventava una difesa a uomo e che ha frenato una squadra come Brindisi. Mi sono venuti in mente due allenatori, che avevano fatto di questa difesa un marchio di fabbrica. Dado Lombardi, soprattutto con Reggio Emilia, e Nick Cabrini ai tempi del Corona targato Spondilatte e Braga in A2. Inoltre, la fisicità dimostrata, soprattutto nel primo quintetto e poi anche con l'entrata di Dominique Sulton, dell'Happy Casa Brìndisi, la cui massima esplosione è stata contro la Fortitudo Bologna.

I GIOCATORI. È troppo facile indicare come il migliore Adrian Banks, che da due anni è tra ì top in assoluto della Serie A. Il "Re Leone", co me lo ha soprannominato con la solita arguzìa Stefano Michelini nella telecronaca Rai, paragonandolo al protagonista del film d'animazione della Disney, con i suoi 37 è entrato nella storia delle Final Eight con il record dì punti segnati. Ma la l'aspetto che mi ha maggior mente impressionato sono stati ì 15 tiri liberi su 15 nella finale, dopo tre partite giocate alla morte in tre giorni consecutivi.

I PREMIATI. Non sono d'accordo sul premio come miglior dìfensore a Stefano Tonut, anche se ha dimostrato le sue grandi doti in difesa, ma non solo. La mia scelta cade su Andrea De Nicolao, che è come un dobermann che ti si attacca alle caviglie e che morde continuamente, che mette la mani addosso (anche se mai è d'accordo con gli arbitri quando gli fischiano un fallo) e che può mettere in difficoltà anche giocatori più prestanti di lui.

MIGLIOR GIOCATORE È stato votato Austin Daye, grazie alle prodezze contro Bologna e poi con Brindisi, ma dì gran lunga Banks è stato il migliore, anche se il premio va al giocatore della squadra che ha vinto. La scena più coinvolgente ed emozionante. Seduto sul parquet al termine della finale, le lacrime di John Brown, che è l'immagine dell'esuberanza e dell'energia smisurata (a parte le sue doti atletiche e non solo, è uno spettacolo quando marca un giocatore più pìccolo, piegandosi sulle gambe e diventando alto poco più di un metro).