I campioni d'Italia in pillole: Bruno Cerella

30.07.2019 08:00 di  Marco Garbin   vedi letture
I campioni d'Italia in pillole: Bruno Cerella
© foto di Ufficio stampa Reyer

Da sempre amatissimo dai tifosi, Bruno Cerella è espressione di grinta e caparbietà allo stato puro.
Nasce in Argentina nel 1986, a Bahia Blanca, ma c'è molta Italia nel suo sangue. E' l'italianissimo nonno infatti a "regalargli" la cittadinanza tricolore in occasione del compleanno, e sarà a lui che Bruno penserà nel momento della chiamata in nazionale maggiore.
A 17 anni, sostenuto dalla famiglia e dagli amici, Bruno Cerella parte dall'Argentina per il sud Italia, per affrontare un'esperienza di crescita personale: lontano da casa, solo, con un talento in erba e tutto da dimostrare.
Nei primi anni a Massafra, Senise e Salerno ha la possibilità di crescere come giocatore e come uomo, per esplodere a Potenza dove è già fra i leader in campo. Mette in luce il suo cuore e la sua capacità di conquistarsi spazio grazie ad umiltà e determinazione.
L'aspetto umano emerge in modo prepotente quando si parla di e con Bruno Cerella.
Questo sarà alla base, poco tempo dopo, della nascita di Slums Dunk, progetto che Bruno Cerella e Tommaso Marino realizzano con l'obiettivo di "aiutare con lo sport". Slums Dunk, attraverso 4 basketball academy (2 in Kenia e 2 in Zambia) mira a creare rete fra associazioni attive in ambiti importanti quali sanità ed educazione e a supportare, grazie ai valori dello sport, i giovani del posto. I successi ottenuti in questi anni dal progetto hanno permesso a molti partecipanti di accedere a borse di studio per merito sportivo, anche negli States, e a innumerevoli altri di trovare il coraggio per inseguire i propri sogni. Tanto di cappello.
Tornando al parquet, quanto dimostrato a Potenza gli vale (tra l'altro) le chiamate nelle nazionali under 22 (dove lavora con De Raffaele) e maggiore (guidata da Recalcati).
Arriva anche la chiamata in LBA, da parte di Teramo, dove Bruno dimostra ampiamente il suo valore. Dopo una stagione nel Casalpusterlengo ritorna in A, ancora con Teramo e successivamente con Varese.
Nel 2013 indossa la casacca meneghina. Quella di Milano è la consacrazione: gli scudetti, le coppe nazionali, l'Europa. Tutti traguardi forse incredibili all'inizio della sua avventura, ma non impossibili quando si da il massimo in campo, ed è proprio così che Bruno si ricava spazio fra una dozzina di giocatori con talento e fisicità superiori al suo. Ed è proprio per questo che il pubblico stravede per lui.
L'Umana Reyer campione d'Italia lo accoglie a braccia aperte nel 2017. Bruno è in prestito dall'Olimpia ma la chimica che si crea con gli orogranata e col pubblico del Taliercio lascia subito pensare a qualcosa di più. La stagione per lui si chiude col successo in Europe Cup e soprattutto, con un nuovo ingaggio per la stagione 2018/19.
Oltre ad un club ambizioso l'ala italo-argentina trova a Venezia il calore di un pubblico che lo ama, e lui non manca di contraccambiare trascinando la squadra ogni minuto speso in campo, senza risparmiarsi.
Chiude la stagione iridata 2018/19 con 71 punti (quasi 70% da 2), 42 rimbalzi, 21 palle recuperate e 22 assist in 358 minuti. E con una conferma: "il cuore è ciò che ci porta in alto e che ci unisce" (B. Cerella).