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A2 - Cantù, Santoro: "Offerta per un lungo italiano in Serie A, ma rifiutata"

MERCATO A2 - Cantù, Santoro: "Offerta per un lungo italiano in Serie A, ma rifiutata"
© foto di ciamillo

Il General Manager dell'Acqua San Bernardo Cantù Sandro Santoro ha parlato a Le News dopo la decisione della società di dare ancora fiducia a coach Devis Cagnardi. Tra i temi trattati anche le critiche ricevute nelle scorse settimane, il mercato - con una proposta presentata a un club di Serie A per un lungo, ma rifiutata - e la posizione di Riccardo Moraschini.

Conferma Devis Cagnardi. "Fa parte delle possibilità che una società ha il fare giustamente le proprie valutazioni, analizzare le situazioni più in profondità e poi fare la sintesi. Siamo in una fase molto delicata, secondo me stringere un po' le maglie di situazioni che si stanno protraendo più di quello che potevamo pensare è chiaro che ci ha spinto ad avere ancora fiducia in un gruppo di lavoro che ha ancora tutte le prospettive aperte. Qualsiasi cambiamento che cerchi di adottare comporta del tempo per trarne benefici e vantaggi. Mancano tre giornate alla fine della fase a orologio, poi iniziano i playoff. Evidente che noi oggi siamo concentrati sulle problematiche che ci sono, e ne abbiamo. Ma la sintesi che è stata fatta all'interno del club credo sia stata la risultante di questa decisione".

Le critiche a Santoro. "Non c'è tanto da rispondere ma solo da accettarle, le critiche, quando sono legittime. Il momento non possiamo dire che sia felice. Vanno accettate, digerite, ognuno ha la libertà di esprimere la propria opinione purchè sia composta, senza eccessi. Ma credo che in questi momenti la prima cosa per uno fa il mio mestiere è accettare le critiche per quello che sono. Sempre legate a opinioni personali che guardano a una parte del problema. Noi i problemi li affrontiamo e li conosciamo più a fondo. Io in genere leggo tutto, ci sono tanti tifosi che mi scrivono in privato. Traspare dalle loro parole la passione e preoccupazione per un momento negativo e io non lesino alcuna risposta. Anzi, sono lì a dialogare per dare ancora di più informazioni, quelle che si possono dare chiaramente. L'unica cosa che non comprendo sono le affermazioni di chi dice di essere ben informato, è bene che si dica anche chi lo informa. Se andiamo su questo piano, sono disponibile al confronto anche con loro. Altrimenti sono chiacchiere da bar".

Tema mercato, un club di Serie A ha rifiutato una proposta nelle scorse ore. "Costruire una squadra non è cosa semplice. Probabilmente sfugge questo particolare, perché inserito in un sistema basket che ogni anno diventa sempre più restrittivo per vario motivo. Uno perché le regole diventano stringenti, a differenza dell'anno scorso le finestre di mercato non coincidono con la fine del campionato di Serie A. I giocatori italiani sono obiettivamente pochi, quelli che possono essere da Pallacanestro Cantù. Chiaro che nel momento in cui si va a fare una squadra bisogna tenere in considerazione tutte queste problematiche e confrontarle con il budget a disposizione. Pallacanestro Cantù ha un budget molto importante, su questo abbiamo cercato di costruire e far funzionare le cose. Tra l'altro con la possibilità di avere a disposizione solo due visti, che noi abbiamo speso per Hickey e Young, e non abbiamo più visti da spendere. Qualsiasi altro tipo di iniziativa da fare anche in quel senso, è ristretta da un regolamento che ci impedisce di farlo. Io parlo con tanti addetti ai lavori e colleghi, e loro considerano il nostro un roster molto importante. Oggi abbiamo a che fare con una variabile come quella di Trapani, che è riuscita a strappare due giocatori a un mercato italiano e uno straniero a condizioni fuori dalla portata di qualsiasi squadra in A2. Credo che proprio in questa fase in cui è difficile fare mercato per chiunque, tolta Trapani, il giocatore italiano che è magari l'unico o uno dei pochi disponibili alza la voce. Bisogna capire che se questo alzare la voce corrisponde a quello che è l'impatto che avrà poi sul roster. Abbiamo in queste ultime ore fatto una proposta importante a una società di Serie A per liberare un lungo e questa società, benché allettata da questa proposta fuori da ogni logica, ci ha detto "no perché non abbiamo altri giocatori da mettere nel roster". A parole si possono fare tutte le squadre che si vuole, nei fatti bisogna farle coincidere con tutta un'altra serie di cose più introspettive".

Un caso Riccardo Moraschini? "No esistono delle logiche che fanno parte di una squadra di questo livello. Riccardo oggi ha l'obbligo di interrogare sè stesso. Abbiamo parlato e riparlato, la verità è che lui deve cercare dentro sè stesso tutta la disponibilità per metter al servizio della squadra le sue potenzialità. Vorrei ricordare che è stato un giocatore importante di Eurolega, Serie A con caratteristiche che anche scendendo di categoria non cambiano. Deve ritrovare il suo potenziale, trovandolo prima dentro sè stesso. Bisogna poi capire cosa fare per stemperare quella tensione, valorizzando quello che può fare lui per questa squadra".