Trenta anni fa tra Jordan e Kerr il pugno che cambiò i Bulls

Trenta anni fa tra Jordan e Kerr il pugno che cambiò i Bulls
© foto di nba.com

Era il 1995 e Michael Jordan stava tornando ai Chicago Bulls dopo quasi due anni di ritiro per il passaggio al baseball. Durante uno dei primi allenamenti della stagione 1995/96, si consumò un episodio che avrebbe segnato per sempre il rapporto tra lui e Steve Kerr. Jordan, tornato con il fuoco negli occhi dopo l’eliminazione contro Orlando, si scontrò verbalmente con Kerr, arrivato alla squadra nel 1993. Kerr, competitivo e tutt’altro che intimorito, reagì a tono. Dopo un contatto fisico, Kerr colpì Jordan al petto. MJ rispose con un pugno all’occhio, lasciandolo tumefatto. Immediatamente intervenne Phil Jackson, espellendo Jordan dall’allenamento.

L’episodio, raccontato anni dopo da entrambi, fu il punto di svolta nel loro rapporto. “Se avesse voluto, mi avrebbe ucciso quel giorno,” disse Kerr. “Ma da lì, il nostro rapporto cambiò completamente. Michael iniziò a fidarsi di me nei momenti importanti.” Jordan, consapevole di aver esagerato, chiamò Kerr per scusarsi. Quel gesto sancì una nuova alleanza. Due anni dopo, nella celebre Gara 6 delle Finals 1997 contro Utah, Jordan anticipò a Kerr che sarebbe arrivato il pallone decisivo. Kerr segnò il tiro della vittoria, regalando ai Bulls il quinto titolo dell’era MJ. Un pugno, una scusa, una fiducia conquistata: così nacque una delle intese più sottovalutate della dinastia Bulls.