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- Openjobmetis Varese, De Nicolao: "Giocare qui è il sogno di tutti..."

Quinta puntata del nuovo format Due tiri con…curato dalla pagina Instagram @passionegialloblu di Alberto Benadì, da sempre vicina alle gesta della Reale Mutua Basket Torino.
25.12.2021 06:22 di  Emiliano Latino   vedi letture
Fonte: @passionegialloblù
ESCLUSIVA PB- Openjobmetis Varese, De Nicolao: "Giocare qui è il sogno di tutti..."
© foto di Alberto Benadì

L’intervista con il play della Openjobmetis Varese, Giovanni De Nicolao,  che allunga la serie curata dal giovane appassionato di basket a 360°

---A contatto con la pallacanestro fin da bambino, Giovanni muove i primi passi nella Pallacanestro Vigodarzere, la società fondata da papà Stefano, con la quale, nemmeno maggiorenne, disputa il campionato di Serie C Regionale. Dopo le esperienze in serie D a Mestrino ed in C2 a Limena, indossa la maglia della Pallacanestro Vicenza, squadra con la quale vince il campionato di C1, e poi, nel 2015-2016, si trasferisce a Casale, dove si mette alla prova nel campionato di A2. La stagione successiva approda in America dove studia e gioca alla University of Texas a San Antonio; con la maglia dei Roadrunner, Giovanni riesce a mettersi in mostra mostrando non solo buone cifre ma anche e soprattutto doti da leader vero diventando uno dei migliori giovani della storia del club. Dopo la formativa esperienza statunitense, De Nicolao torna in Italia accettando l’offerta di Agrigento; con i siciliani disputa un’ottima annata (9.6 punti, 3.9 rimbalzi e 3.6 assist ad allacciata di scarpe) nel corso della quale conferma le proprie qualità (Pallacanestro Varese)---
…e nelle prossime puntate ne leggeremo delle belle…stay tuned!
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Torniamo indietro negli anni:  le ultime tue quattro esperienze sono state alla Novipiù Casale, in America , ad Agrigento e ora a Varese. Quanto è cambiato Giovanni De Nicolao nel corso del tempo?

"Sono stati momenti molto diversi tra loro: a Casale è stata la mia prima vera esperienza lontano da casa, mi ha fatto crescere molto e la società era molto ben organizzata, con un coach come Marco Ramondino, che mi ha formato e mi ha aiutato a migliore le lacune.
Poi decisi di andare in un college americano e poi di tornare in Italia ad Agrigento dove ho trovato un grande coach come Devis Cagnardi, che ha creduto molto in me e che mi ha praticamente dato la squadra in mano dal primo giorno.
Tornare in Italia è stato un vero e proprio test per verificare il mio livello di crescita dopo l’esperienza a stelle e strisce. Sono migliorato tanto e umanamente sono cresciuto ancora di più, perché sono passato attraverso culture completamente diverse tra loro".

 

Perché andare in America?

"Dopo Casale, insieme alla mia famiglia ed al mio agente, abbiamo deciso di intraprendere questa strada che avevo in testa da almeno un paio d'anni. Sono partito con grande entusiasmo, senza pensare troppo al domani; è stato una scelta impulsiva per poter incominciare questa grande esperienza.
Negli Stases (Università del Texas a San Antonio_ ndr) ho conseguito la laurea in 3 anni e anche oltreoceano ho incontrato un allenatore che ha creduto nelle mie qualità, facendomi giocare sempre. 
Non è semplice adattarsi a migliaia di chilometri da casa e relazionarmi con persone diverse mi ha fatto diventare un uomo".

Con suo fratello Andrea, stessa passione e stesso mestiere: ci racconti il vostro rapporto...

"Il rapporto con Andrea (oggi alla Reyer Venezia_ndr) è ottimo, ci sentiamo ogni giorno e dalla famiglia, gli amici, la pallacanestro, gli argomenti di discussione sono tantissimi. Ci seguiamo a vicenda e dopo ogni partita commentiamo le prestazioni e tanto altro.
Fin da bambini io, Francesco (l'altro fratello che gioca a Padova in B_ndr) e Andrea abbiamo condiviso la stessa passione grazie a nostro padre che è un allenatore e ha contribuito alla nostra crescita.
Siamo partiti dal settore giovanile della società di papà a Padova, un ambiente sano e con tanta passione".

Ora a Varese, una stagione che non è iniziata nei migliori dei modi tra Covid, infortuni, il suo messaggio per i tifosi biancorossi?

"Vero, non è iniziata alla grande per via delle positività al Covid-19, gli infortuni e una serie di cause che si sono intrecciate tra loro. 
I tifosi devono sapere che ce la metteremo tutta fino alla fine, che stiamo lavorando molto duramente in palestra e abbiamo ben chiare le cose che devono e possono cambiare.
Il pubblico varesino è un fattore determinante che dà una carica fuori dal comune: noi abbiamo bisogno di questo, della loro energia che ci motiva a dare sempre il 100%".

 

A Varese passano sempre grandi giocatori: uno su tutti Luis Scola. Ci racconti le emozioni di avere un compagno di quel livello...
 
"Non avrei mai pensato di giocare con Luis Scola: al momento della firma (estate 2020_ndr), ero un po’ scioccato all’idea di poter giocare con un campione simile.
E’ stata una fortuna immensa perché oltre ad aver condiviso un'esperienza con un giocatore di assoluto livello, ho conosciuto una persona veramente speciale che ha una cultura del lavoro incredibile. Basta vederlo lavorare giornalmente e capisci quanto sia diverso da tutti gli altri. E' sempre disponibile e ti consiglia continuamente per farti crescere e migliorare ogni giorno".

 
Questa è la sua seconda stagione a in canotta biancorossa: perché ha scelto Varese?

"Sono molto felice di far parte di una società con una storia incredibile e tra le più prestigiose in Italia e con una grande cultura della pallacanestro.
Tutte queste caratteristiche sono state un fattore determinante nella mia scelta, nonostante avessi ricevuto diverse offerte da altre squadre, con l’aiuto di mio fratello e  del mio procuratore, abbiamo capito che qui sarebbe stato il posto migliore nel mio momento migliore della carriera.
Fin dai primi giorni ho capito che in una città si vive di basket con un'amore e una passione senza eguali in Italia.
Giocare con questa maglia è il sogno di tantissimi giocatori..."