Tra emozione e ragione ci teniamo stretto il Poz

Tra emozione e ragione ci teniamo stretto il Poz
© foto di fiba/europecup

(di Werther Pedrazzi). I più recenti studi, ed il clamoroso progresso, delle Scienze Cognitive, che si occupano di tutti i processi che riguardano il pensiero, dai meccanismi di costruzione delle idee, all’immaginazione, all’aspetto emozionale, fino alla creatività, insomma, le Scienze che approfondiscono la mente ed i conseguenti comportamenti umani, nel loro indagare i “processi cognitivi”, hanno ampiamente e scientificamente dimostrato e documentato l’esistenza di due diversi tipi di intelligenza. L’INTELLIGENZA RAZIONALE, classica, da sempre apprezzata, e L’INTELLIGENZA EMOTIVA o EMOZIONALE, forma aggiuntiva, e non sostitutiva, più recentemente descritta e canonizzata. Una forma, quest’ultima, di intelligenza “relazionale”, basata sulla comprensione delle proprie ed altrui emozioni.  Insomma, conoscere-capire-agire attraverso il CERVELLO, ma anche conoscere-capire-agire, attraverso il CUORE… Organi diversi. Complementari in ogni successo umano! Evitiamo tediosi approfondimenti, raccomandando, però, di non scambiare tutto questo per “folklore” del tipo “hanno vinto col cuore”… Di non confondere Scienza con Fantascienza…

Naturalmente, in una ipotetica sequenza logica si parte sempre, viene prima, l’Intelligenza razionale, ma poi è soltanto in presenza anche di una Intelligenza emotiva che si può ANDARE OLTRE. Spingersi un poco più avanti… Quando alla mente, dove non arriva più la mente, subentra il cuore… è l’impresa. E viceversa? Se la mente non subentra al cuore? Difficile…

Questa premessa…

C’entra qualcosa con il basket? Forse…

Forse proprio con la Finale scudetto in atto… Forse con Sassari e Gianmarco Pozzecco…???

Precisiamo alcune nostre, soggettivissime, ipotesi di partenza

Riteniamo quello della Reyer Venezia un impianto tecnico-tattico leggermente superiore a quello della Dinamo Sassari. Gap colmato, appunto, con l’intelligenza emotiva.

Riteniamo che, sulle tre gare fin qui disputate, Sassari ne abbia vinto una, e perso due che, entrambe, avrebbe potuto vincere.

Riteniamo Gianmarco Pozzecco il numero uno assoluto per quanto riguarda “l’intelligenza emotiva”… Avanti, limitatamente a questo aspetto, diverse piste riguardo a tutti gli altri.. Tanto avanti da permettergli di vincere 22 partite consecutive. E tanto per essere chiari, accusiamo (benevolmente) i suoi detrattori di una certa superficialità e scarso approfondimento dei contesti…

Riteniamo, tuttavia, che il Poz, probabilmente, abbia  invertito la sequenza…  Mettendo prima e sopra di tutto , se non esclusivamente, l’aspetto emozionale. Ci può stare… Fino ad un certo punto.  Fino a 22 vittorie… Ma poi?

Passando dagli aspetti teorici a quelli sperimentali. Alla verifica sul campo…

Nell due sconfitte di misura, Sassari ne ha perso una dopo essere stata in vantaggio di 13 punti, e l’altra rimontandone 14 (fino al 64-64). Ovvero, anche invertendo l’ordine dei fattori (vantaggio e rimonta) il risultato non è cambiato. Perché?

Focalizziamoci su Gara 3. La grande rimonta.

Ottenuta con in campo Gentile e Spissu, coerentemente, perché entrambi rappresentano il “cuore di Sassari”. Il cuore ti ha fatto tornare a vivere. Ma ora, sul 64-64, cosa dice la partita? Razionalmente… Che non puoi aspettarti che Venezia, oltre alla classe di Daye non metta anche lei un poco di cuore?

Cosa dicono, il tempo e il punteggio?

Che resta da giocare tutta una partita di soli 3 minuti, e in panca ci sono Smith, Carter e soprattutto Cooley e McGee, oltretutto un pochino più freschi e riposati… E se è una nuova (brevissima) partita da rigiocare, che domanda porrebbe la ragione: perché non giocartela con il quintetto?

In più, la partita sta dicendo una cosa precisa: che Venezia non ha più Watt (5 falli) e Vidmar con 4... E la ragione vorrebbe Cooley per gli ultimi appoggi (che tira anche bene i liberi), insieme a McGee, per il tiro da fuori, se la Reyer dovesse chiudere l’area… 

 Riprova, ovviamente, non esiste.

Eccesso d’amore? Il prevalere delle emozioni sulla ragione? E se domani… Le due cose si fondessero insieme? Non avremmo un grande, ma un grandissimo allenatore. Per il momento a noi basta così. Noi ci teniamo stretto il Poz, anche quando il cuore pulsa all’impazzata e non gli permette di vedere se e quando un giocatore ha già dato e fatto tutto quello che poteva e doveva dare.

Werther Pedrazzi