I cinque minuti della Virtus Bologna in Eurolega

19.01.2024 15:40 di  Davide Trebbi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Virtus Segafredo Bologna - Matteo Marchi
I cinque minuti della Virtus Bologna in Eurolega

Quei cinque minuti alla Segafredo bisogna studiarli.

Non è la prima volta che accade in Eurolega.

Qualsiasi svantaggio dopo quei cinque minuti viene ribaltato per la Virtus Bologna. 

Tutto viene resettato: i problemi vengono risolti. 

Le difficoltà vengono superate. 

La fatica viene fermata. 

Il nervosismo viene controllato.

L’imprecisione diventa precisione.

La voglia supera i numeri, l’inerzia e la forza in quel lasso di tempo viene ridiscussa.

Anche l’epilogo più netto possibile e viene azzerato come in un thriller.

La Virtus Bologna è al terzo posto dopo quindici giornate per quei cinque minuti. 

Gare iniziate male o rese complicate per merito degli avversari, poi però arrivano quei cinque minuti.

Trecento secondi che cambiano all’esterno le facce di chi tifa, la mente di chi scrive e osserva, la grinta di chi è in campo, il sorriso di chi allena. 

Non si parla di merito o di estetica.

Non si può parlare neanche di vittoria ma di conquista. 

Iniziato a dicembre con il Barcellona dal meno dieci a metà terzo quarto al pareggio e poi comando 

Proseguito con Maccabi pochi giorni dopo subito dopo l’intervallo.

Olympiakos dieci giorni dopo, quando nell’ultimo quarto a cinque dalla fine era a meno sette.

Bayern Monaco ad inizio anno e sempre sul finale da quel meno quattro.

Infine ieri sera con Asvel inizio quarto quarto a rimontare un meno sei. 

Tutte avvenute in casa, non in un palazzetto, ma sempre in un padiglione fieristico che quest’anno si trasforma magicamente e diventa in quei cinque minuti, assordante ad ogni possesso, traballante sugli spalti ad ogni giocata.

Un tifo al seguito che si è innamorato tanto della propria squadra, conosce le sue difficoltà e difetti ma li aiuta a superare gli ostacoli e crede nell’impresa in ogni momento.

Poi ovvio il merito va ai giocatori: Daniel Hackett e Marco Belinelli la loro carta d’identità parla chiaro, ma il cuore e la determinazione nelle difficoltà in quei 300 secondi, emozionano. 

Poi c’è Lundberg con la classica storia della seconda occasione, Shengelia quella rivincita, Dunston quella della eternità poi Abass Polonara e anche Pajola. 

Si può girare un film americano con ogni giocatore di questa squadra.

Dai gesti scomposti al termine di ogni vittoria, anche coach Luca Banchi ha coinvolto tutti e la sua inventiva, come piace definirla lui, è il segreto per rimaner attenti e aspettare che arrivino quei cinque minuti. 

Così partita dopo partita, dubbio su dubbio, minuto dopo minuto la Virtus sorprende tutti. 

Terzo posto meritato dopo ventidue partite, il record di vittorie dell’anno scorso è stato superato ieri sera.

Un terzo di quelle vittorie in quei cinque minuti. Non è un caso ormai.