Il fantasma di Mindaugas Kuzminskas - dentro il momento difficile di un grande giocatore

Il lituano, nell'ultimo periodo, sembra sfiduciato e poco a suo agio nel sistema Olimpia. Ma parlare di delusione è ancora presto: diamo tempo al tempo
01.04.2018 09:19 di Fabrizio Fasanella Twitter:    vedi letture
Il fantasma di Mindaugas Kuzminskas - dentro il momento difficile di un grande giocatore
© foto di Foto: Olimpia Milano (Twitter)

Premessa: Mindaugas Kuzminskas è un cestista talentuoso, versatile, intelligente e con una serie di stagioni importanti alle spalle che hanno innalzato il suo valore economico sul mercato. Ha tanta esperienza in Eurolega e con la Nazionale lituana, ha assaggiato la NBA e si può considerare un giocatore di riferimento del basket europeo. Il primo giorno di gennaio, quando l’Olimpia ha ufficializzato il suo arrivo in squadra, è stato (giustamente) accolto con grande entusiasmo: uno come lui ci voleva per ravvivare l’interesse attorno a una squadra che, fino a quel momento, non aveva fatto breccia nel cuore dei tifosi.

Dopo qualche gara di assestamento, il 29enne lituano ha cominciato ad ingranare e a mostrare in modo continuo la sua infinita classe. Ma recentemente, in modo quasi inspiegabile, qualcosa si è rotto. Kuzminskas ha iniziato pian piano a sparire dal gioco di Milano. Da circa tre settimane non sembra più lui perché in campo è un fantasma. Rimane spesso nell’angolo, rifiuta tiri, commette errori di lettura grossolani, ha poca fiducia e sbaglia. Sbaglia tanto. Anche delle semplici conclusioni da sotto. In campionato (7,9 punti col 42,2% da due e il 24,2% da tre) ha chiuso senza punti a referto le ultime due sfide interne, mentre in Eurolega (10,5 punti col 45,2% dal campo) sta giocando con timidezza contro dei giocatori che dovrebbero stimolarlo a dare il meglio.

Uno dei movimenti più frequenti del Kuzminskas recente è la finta sul tiro da tre (quando potrebbe tranquillamente scagliare la tripla), qualche palleggio che lo manda in post e un gancetto di dubbia efficacia per concludere. No, questo non è il giocatore che conosciamo.

Sabato sera ero al Forum a seguire in tribuna stampa la gara contro Reggio Emilia. Per tutto il primo quarto l'ho osservato con grande attenzione. Ho "studiato" i suoi movimenti, il suo linguaggio del corpo, le sue espressioni, le sue scelte. Kuzminskas chiamava insistentemente palla con scarso successo, rimaneva nell’angolo senza essere coinvolto nei giochi d’attacco, sbagliava triple completamente da solo (questo è il meno, perché la palla può entrare e uscire) e commetteva sviste banali, come per esempio palleggiare davanti a un piccolo senza proteggere il pallone (il risultato potete immaginarlo). Ma non solo: i compagni alcune volte gli facevano segno di cambiare posizione e lui sembrava un po’ spaesato. Avevo la sensazione di guardare un giocatore sfiduciato e poco aggressivo. Nel secondo quarto, l’assistant-coach Cancellieri gli ha parlato a lungo in panchina. Non ho idea del contenuto del suo discorso, ma non mi stupirei se gli avesse detto: “Dai, forza! Azzanna questa partita e imponiti di più”.

Sia chiaro che Kuzminskas è sempre stato uno dei miei giocatori preferiti, quindi mentre scrivevo queste righe non ridacchiavo compiaciuto dietro lo schermo. Ma ho ritenuto giusto approfondire perché il nativo di Vilnius è un soggetto cestisticamente e umanamente interessante. È un ragazzo intelligente e riflessivo (negli anni dell’adolescenza ha fatto l’arbitro e voleva diventare un giornalista); è gentile, disponibile e ha sempre un timido sorriso sulla faccia. Kuzminskas non è il classico leader egocentrico che pretende di prendersi isolamenti su isolamenti. Non è un “go-to-guy” e non lo è mai stato. È molto forte, ma è allo stesso tempo un uomo-squadra che ha bisogno di un sistema, di un contesto che lo valorizzi. Il sistema di gioco attuale, però, non sembra particolarmente adatto a lui: questo pare il problema principale. Non le sue scarse attitudini difensive, non il suo essere in bilico tra il ruolo di “3” e “4”. Forse ha bisogno di un attacco più veloce, con più circolazione di palla e meno basato sul talento individuale e il pick and roll. 

Milano ha firmato ‘Minda’ fino al termine della stagione 2018/19, quindi ha senza dubbio tenuto conto di tutto ciò. Bisogna andarci piano con gli allarmismi ed è ancora presto per definirlo una delusione. Certo, il suo periodo di adattamento sta durando più del previsto. Potrebbe essere solo un momento NO e la reazione magari è dietro l’angolo. La società meneghina, a giugno, farà le dovute valutazioni e tirerà le somme. Una cosa è però certa: se davvero è un problema di sistema, sarebbe opportuno che la dirigenza si affacci al mercato con l’intento di mettere il lituano più a suo agio. Una ipotesi di addio, infatti, sembra davvero poco probabile, perché l’Olimpia crede in Kuzminskas e Kuzminskas crede nell’Olimpia. Diamo tempo al tempo.

Fabrizio Fasanella