Nazionale femminile: pensieri dopo la sconfitta con la Spagna

Anche l'amichevole in terra friulana ha certificato la distanza che c'è con la nazionale iberica, però qualche buon pensiero si può fare
19.06.2022 21:38 di Eduardo Lubrano Twitter:    vedi letture
Nazionale femminile: pensieri dopo la sconfitta con la Spagna

Se con la Slovenia l’impressione complessiva della Nazionale senior femminile era sta buona, con la Spagna, che ha vinto il Torneo di Cividale del Friuli battendo l’Italia 56 a 46, l’impressione è decisamente meno positiva. Premessa: amichevole era quella con le slovene, amichevole era questa con le spagnole. E sappiamo anche molto bene come la formazione iberica sia una delle più forti d’Europa se non del Mondo.

Dunque ogni valutazione sulle nostre ragazze va fatta con questa ed altre lenti di ingrandimento altrimenti si corre il rischio di una ingenerosa critica verso l ragazze e lo staff che sta lavorando. Sul piano fisico sono tutte o quasi più forti di noi e s’è visto all’inizio della partita quando ogni uno contro uno per noi era una sofferenza. Palle perse e contropiede facili per la giocatrici di coach Mendez, prossimo a sedersi sulla panchina della Virtus Bologna. E se noi in questo senso potevamo “vantare” l’assenza di Pan, Zandalasini e Cubaj, la Spagna non aveva Torrens, Gil e Ndour che insomma qualcosa spostano come hanno dimostrato.

Di più. L’atteggiamento, il modo di stare in campo, di correre, la postura del corpo delle nostre avversarie è di quelli internazionali. Mi spiego: delle 14 giocatrici a disposizione di Mendez, ben 11 giocano – chi più chi meno ma giocano sempre – nelle Coppe Europee, Euroleague ed Eurocup Wome. E provengono da 6 squadre diverse: Avenida, Gernika, Girona, Praga, Valencia ed Ekaterinburg perché la Torrens pur non giocando era col gruppo. E, giusto per ricordare, Avenida (Dominguez, Rodriguez e Cazorla hanno giocato 25’ e più nelle F4 di Eurolega) e Praga (Maria Conde altri 25’) hanno preso parte all’ultimo atto della coppa più importante.

Le nostre anche hanno una certa esperienza europea, ma prima cosa vengono solo da due squadre, Schio e Venezia, e purtroppo – di certo non è colpa loro- non sempre arrivano alla finale salvo Venezia in Eurocup, battuta da Valencia un anno fa, e stravolta da Brouges solo pochi mesi fa. Dunque quando intervistato a metà gara, il Direttore generale delle Nazionali della Fip, Salvatore Trainotti, dice che queste ragazze hanno bisogno di fare esperienza internazionale perché solo giocando con le più forti si migliora, dice una cosa giusta. Giustissima.

Talmente giusta che il seguito della sua affermazione dovrebbe essere: ”Per questo la Federazione vuole aiutare sempre di più le squadre italiane a giocare l’Eurocup mettendole nelle migliori condizioni possibili di passare almeno un turno”. Che non vuol dire che la Fip debba pagare le giocatrici forti per andare a giocare in questa o quell’altra squadra ci mancherebbe altro. Significa rendere il campionato italiano competitivo ma sostenibile economicamente in modo che chi vuole scegliere l’Europa, possa farlo senza patemi d’animo insormontabili.

Altro su Italia-Spagna? Sì. Elisa Penna non ha ripetuto la prova balistica dell’altra sera, ma è stata solo una questione di precisone non di paura o incertezze. Sul playmaking dobbiamo lavorare – non c’era Santucci – per aiutare le nostre piccole ad uscire subito da un eventuale pressing. Martina Fassina deve lavorare su tante piccole cose ma è una giocatrice di quelle che può essere “internazionale” nel senso che ho scritto prima, ma è la logica conseguenza di due anni giocati in Polonia, da straniera, che l’hanno fatta crescere. Si chiude qui l’estate della Nazionale senior ma prima di darsi appuntamento all’autunno un plauso ed un incoraggiamento a Lardo, Romano e Zanotti: stanno facendo un grande lavoro guardando anche al futuro. Lasciamoli in pace.