Europeo U18 Femminile: l'Italia agli ottavi con la Lettonia

Servirà una partita molto diversa da quelle giocate finora soprattutto dal punto di vista emotivo per un gruppo che sin qui è parso piatto
10.08.2022 06:50 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Europeo U18 Femminile: l'Italia agli ottavi con la Lettonia

Qui si parrà la tua nobilitade” scriveva Dante all’inizio della Divina Commedia per ricordare a sé stesso l’importanza dell’impresa che andava ad affrontare. E prendendo in prestito dal Sommo Poeta quella frase, contro la Lettonia si parrà la nobiltà dell’Under 18 italiana femminile.

L’impegno è quello degli ottavi di finale del Campionato europeo di categoria in corso ad Heraklion sull’isola di Creta, luogo di storie, miti e leggende sicchè ci sentiamo meno arditi nell’usare il paragone con Dante per la ragazze di coach Giovanni Lucchesi. Però bisogna che accada qualcosa nella squadra. Una scossa elettrica, l’uccisione di Patroclo che risvegli la furia di Achille che è dentro queste giocatrici, lo sforzo e la genialità che fecero realizzare il mitico palazzo di Knosso che proprio ad Heraklion riceve milioni di visitatori.

Perché finora non è stato un campionato esaltante, anzi. Per ora, e ribadisco per ora, al di sotto delle aspettative, ma di chi? Del movimento inteso come persone che lavorano nel mondo della pallacanestro femminile giovanile? Della Federazione? Di chi come il sottoscritto cerca di seguire le interpreti di quello che potrebbe essere il futuro della nostra pallacanestro rosa?  Chiunque sia che si aspettava di più, fino ad oggi si è sbagliato e di molto.

La sconfitta con la Spagna nella gara inaugurale arrivata solo per un canestro da sotto esattamente sul fil della sirena del 40° minuto (sarà inserito senz’altro nella casistica world wide come riferimento) seppur deprimente, non giustifica il fatto che nemmeno una delle ragazze abbia preso il pallone e lo abbia calciato via dalla rabbia. La vittoria sulla Polonia è sembrata una reazione ma è stata più faticosa del previsto con una squadra che le ha perse tutte sin qui e che l’Italia ha fatto troppo per tenere in vita. Mentre la battuta d’arresto con la Turchia di tre punti e conseguente scivolamento al terzo posto del girone, ha scoperchiato la pentola dei limiti di questo gruppo.

Limiti che sembrano caratteriali in misura preponderante oltre che tecnici. Caratteriali? Emotivi meglio. O meglio ancora, scusandomi per il ripetersi della parola, di totale assenza di empatia. Dallo schermo – e dunque con questo filtro molto severo davanti gli occhi – tutte le 12 giocatrici della Nazionale sembrano giocare senza mai modificare atteggiamento. Del corpo – ma quelli bravi direbbero linguaggio del corpo – o del viso. Gran canestro? Palla persa? Fallo ingenuo? Fallaccio subito? Canestro sbagliato da due (con la Turchia un bruttissimo 17 su 42)? Sempre la stessa faccia. Nemmeno un generico vaffa…O sono tutte già in modalità “Campionesse WNBA per la decima volta consecutiva quindi anche uff…” oppure c’è qualcosa di molto diverso che si agita dentro queste fanciulle ma non riescono a tirarlo fuori.

Psicologia spicciola a parte, non ho nessuna competenza se non i tanti anni trascorsi a bordo campo o nelle tribune stampa, con la Lettonia sarà il caso che questo atteggiamento, questo linguaggio, questo modo di stare in campo, di sentire la partita sia diverso. Il fatto che la squadra segni circa 70 punti di media a partita è certamente una buona cosa e dipende soprattutto dalla vena di Matilde Villa (17, 23 e 26 punti) e 4 assist di media per le compagne. Ma, per esempio, nel terzo periodo della gara con la Turchia quando le avversarie ci hanno raggiunto e superato lei non ha segnato nemmeno un punto con i suoi tiri che si sono spenti tutti sul primo ferro. Indice di stanchezza? Può darsi. Miglior difesa delle turche? Mah…Poi nel quarto periodo è stata lei a riportarci a contatto, 60 a 61 ad un minuto dalla fine, con 12 punti nel periodo ma forse serve altro.

Per esempio che le nostre lunghe facciano canestro da sotto come chiede a gran voce coach Lucchesi – si sente la sua voce anche a distanza quando lo chiede – e che in difesa si realizzi in fretta che una tiratrice non può essere lasciata sola due, tre, quattro volte di seguito. Tutto questo tocca alle ragazze ed allo staff tecnico che deve trovare le chiavi o le parole giuste per far esplodere le qualità della squadra.

Di contro vorrei anche spendere una parola sugli arbitri. Il fatto che Matilde sia una delle più brave di questo Campionato europeo – la Fiiba l’ha inserita tra le sei giocatrici “pronte a brillare” durante la rassegna prima che la stessa iniziasse – non vuol dire che le avversarie possano spingerla e farle fallo in ogni modo, perché se no non vale. Non dico protezione perchè la direzione di gara deve essere lineare ed uguale per tutte, ma nemmeno questo: ”E’ brava se la può cavare da sola”.

Sto chiedendo la partita perfetta a ragazze che hanno 18 anni? Forse. Magari sto chiedendo personalità e responsabilità.

Si gioca mercoledì 10 agosto alle 15.45 italiane alla Heraklion University Hall con diretta sul canale YouTube della Fiba.