WNBA verso una possibile crisi: trattative in stallo per il nuovo CBA

A poco più di 60 giorni dalla scadenza del contratto collettivo (CBA), fissata per il 31 ottobre, la WNBA e il sindacato delle giocatrici (WNBPA) sembrano ancora lontani da un accordo. Secondo fonti vicine alle trattative, riportate da Front Office Sports, è probabile che si debba ricorrere a una proroga per evitare uno stop immediato delle attività. La direttrice esecutiva del sindacato, Terri Carmichael Jackson, ha accusato la lega di mancanza di urgenza, sottolineando come le atlete siano determinate a ottenere un accordo “trasformativo” che rifletta la crescita e l’attenzione mediatica che il basket femminile sta vivendo.
La posta in gioco è alta, anche perché l’espansione della lega è già in corso, con le nuove franchigie di Toronto e Portland pronte al debutto nel 2026. Senza un CBA, però, non si potranno definire né le regole né la data del prossimo expansion draft. I nodi principali restano la condivisione dei ricavi — oggi nettamente inferiore rispetto alla NBA —, i benefici contrattuali, l’espansione dei roster e standard lavorativi più equi. Le giocatrici, tra cui le vice presidenti del sindacato Breanna Stewart e Napheesa Collier, hanno manifestato pubblicamente il proprio malcontento, chiedendo maggiore trasparenza e una fetta dei nuovi introiti generati dai ricchi accordi televisivi e dalle future espansioni. Che si possa rischiare un lockout come in NBA nel 2011?