Tragedia Rieti, Repice: «Evidente che quando ci rivolgiamo a certe frange di persone è inutile»

Tragedia Rieti, Repice: «Evidente che quando ci rivolgiamo a certe frange di persone è inutile»

Francesco Repice, giornalista Rai, è intervenuto a RaiNews24 in merito alla tragedia di Rieti. "Io ho dovuto raccontare la tragedia il giorno in cui morì il vice ispettore Filippo Raciti in un derby di calcio tra Catania e Palermo. So di cosa si parla, so cosa significa questa storia, so bene cosa ci sia dietro questi avvenimenti. Ma sono stanco di fare "l'educatore", e di parlare di questa gente in certi termini. Prendo a prestito la saggezza popolare, della mia povera nonna materna: "Meglio un figlio delinquente che stupido. Dal delinquente sai cosa aspettarsi, lo stupido è imprevedibile". Io vorrei che questi signori si chiedessero cosa significa tirare un mattone verso un autobus in movimento con delle persone dentro. Cosa può accadere? Non posso pensare che queste persone abbiano voluto uccidere, per me andrebbe oltre. Chiedo solo a queste persone, e a chi ha in mente di fare queste cose, di fermarsi e pensare alle conseguenze. Quello che è accaduto è che è morta una persona di 65 anni che per arrotondare la pensione andava ad aiutare un autista. Un padre di famiglia. Non riesco a capire".

"C'è un mezzo in movimento, se questo mattone colpisce l'autista immaginate cosa sarebbe successo", prosegue Repice. "Sono stanco di spiegare queste cose a chi non è in grado di comprenderle. Sto cercando insieme ai giornalisti di educare, raccontando in diretta lo sport. Ma evidentemente quando ci rivolgiamo a certe frange di persone, a certi ambienti, parliamo inutilmente, a vuoto. Temo sia inutile riferirsi a certi personaggi. Sono convinto - e per questo volevo precisare la differenza tra delinquente e stupido - che il secondo mi fa più paura. Il delinquente sa come muoversi. Penso che nessuno volesse uccidere, ma mi fa paura che chi ha tirato il mattone non abbia pensato neanche per un attimo a cosa potesse capitare? Come posso rivolgermi a queste persone? Non mi capisce. Da dove ripartire? Non lo so. Probabilmente da una pena inasprita, come diceva Meneghin", conclude.