Dino Meneghin: «Dopo questa tragedia, credo che molti presidenti siano tentati di gettare la spugna»

Dino Meneghin: «Dopo questa tragedia, credo che molti presidenti siano tentati di gettare la spugna»
© foto di Canu/Ciamillo

Dino Meneghin ha parlato dei fatti accaduti a Rieti dopo la partita tra Pistoia e la Sebastiani, con l'assalto al pullman dei tifosi biancorossi e la morte di uno dei due autisti, colpito da un mattone. "Tifoso? Non lo chiamerei tifoso ma criminale. Provo un dolore immenso. Dopo questa tragedia, credo che molti presidenti di squadre di pallacanestro siano tentati di gettare la spugna. Troppa amarezza. E se la pietra che ha ucciso il "conducente di riserva" avesse colpito l'autista al volante, sarebbe potuta essere addirittura una strage. Cosa mi è venuto in mente quando ho appreso la notizia? Una sciagura che mi ha ricordato le tante vittime del fenomeno dei sassi lanciati dai cavalcavia. Pensavamo fosse ormai una "moda" finita, invece...", ha detto intervistato da Il Giornale.

Il basket, e lo sport, deve trovare soluzioni
"La "schedatura" preventiva dei tifosi anche nel basket è un'iniziativa condivisibile. Non capisco le proteste di chi è contrario, è un modo per proteggere tutti dai delinquenti: società, squadre e tifosi civili, che fortunatamente sono la maggioranza", prosegue Meneghin, che da presidente della FIP si pose il problema della violenza: "Contribuimmo a varare regole più severe inasprendo sanzioni ai club, che però sono anch'essi vittima delle frange più facinorose.Gli scontri avvengono quasi sempre fuori dai palazzetti, e lì diventa un problema di ordine pubblico che non riguarda più le società.Bisognerebbe che la polizia scortasse i pullman dei tifosi per tutto il tragitto della trasferta,ma questo sarebbe impossibile. Ai miei tempi ci si limitava agli insulti e al lancio di qualche monetina. Ora si uccide".