Matteo Cotelli: «Ogni volta che entro al PalaLeonessa sento aria di casa»

21.10.2025 09:45 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
Matteo Cotelli: «Ogni volta che entro al PalaLeonessa sento aria di casa»
© foto di Checchi/Ciamillo

Non ci sono dubbi: per Matteo Cotelli, Brescia è più di una squadra o di un posto di lavoro, è la sua "casa". Intervistato su “La Gazzetta dello Sport”, il coach ha aperto il suo cuore sul legame indissolubile con la realtà lombarda, un rapporto che affonda le radici in anni di storia e passione. “È casa mia, la mia famiglia. Ogni volta che entro qui sento aria di casa. Dal custode al mio staff. Il presidente. Tutti”, ha affermato Cotelli, sottolineando l'ambiente coeso e familiare che si respira nel club. Questo senso di appartenenza si riflette anche sul campo, dove il gruppo ha saputo trovare la chimica giusta: “Negli ultimi due anni abbiamo confermato un nucleo importante e aggiunto le pedine giuste. Abbiamo giocatori maturi, esperti, che sanno stare al loro posto e sacrificarsi: mi sento fortunato ad allenare un gruppo così”.

Nonostante la solidità del gruppo, la dimensione di Brescia rimane diversa rispetto alle corazzate del campionato. “Da dieci anni si investe e si migliora il lavoro quotidiano – continua Cotelli -, Milano e Bologna sono un' altra dimensione, per budget e roster da Eurolega. Per competere con loro dobbiamo essere perfetti, e a volte non basta”, ha riconosciuto il coach. Tuttavia, la passata stagione ha dimostrato che nulla è impossibile: “L'anno scorso è stato un piccolo miracolo sedersi al loro tavolo: siamo stati eccezionali. L'obiettivo è sempre quello di vivere le partite che ti mettono i brividi addosso”.

Il legame di Cotelli con la palla a spicchi bresciana risale ai tempi in cui era un giovane tifoso. Un'epoca in cui, pur con le assenze della massima serie, la passione non mancava: “Per anni non c'erano prime squadre: dagli anni 90 fino al 2008-2010 di fatto nulla. Ma il movimento era numeroso: prima la Leonessa di Graziella Bragaglio e Matteo Bonetti, poi la Pallacanestro Brescia di Mauro Ferrari hanno dato un polo a cui agganciarsi”. Oggi il club è un punto di riferimento per il territorio: “È la provincia, l’hinterland che partecipa. Percepisci il calore delle persone. Qui si vive bene. Ci sono un palazzetto ristrutturato e le strutture adeguate: i giocatori apprezzano organizzazione e dimensione”.

Fondamentale, in questa crescita, è il rapporto tra Cotelli e il patron Mauro Ferrari, una connessione basata sulla fiducia e sul confronto. “Il nostro proprietario mi ha dato questa possibilità, mi supporta ogni giorno, è eccezionale. Ci sentiamo tutte le sere: mai più di cinque minuti. Un confronto franco e costruttivo, mai invasivo. Lui mi racconta qualcosa, io racconto qualcosa”, ha concluso Cotelli, dipingendo il quadro di una società che, passo dopo passo, continua a scrivere la sua storia con cuore e passione.