Danilovic, gag con Myers: "Che faccia sul tiro da 4. Smisi per farti vincere"
L'aria si ferma quando Sasha Danilovic entra nella ZonePlus di Bologna, palestra che profuma di Brooklyn e di storia cestistica. Arrivato da Belgrado per registrare il vodcast "Amadori Protein Talk", l'ex fuoriclasse della Virtus esordisce con il suo inconfondibile stile, maestoso e tagliente: «Stamattina mi sono svegliato bene. Per vostra fortuna». Ad accoglierlo c'è Carlton Myers, rivale di mille battaglie e per l'occasione autista d'eccezione, subito bersaglio dell'ironia del serbo: «Autista doc, ma oggi è andata un po' male perché l'acqua non ce l'aveva. Avevo sete. Per fortuna eravamo vicini». Tra i mattoni a vista e le canotte d'epoca, il dialogo con Myers e Pierluigi Pardo si trasforma in un teatro di goliardia e rispetto. Danilovic non risparmia l'amico-rivale: «Ho smesso per farti vincere qualcosa», dice prima di abbracciarlo, per poi infierire dolcemente indicando una foto del leggendario derby del tiro da 4: «Ecco, la vedi questa foto? È la cosa più bella del Tiro da 4, la faccia di Carlton che sa già come va a finire».
Nonostante i capelli grigi, Danilovic resta fedele a se stesso: spigoloso, diretto, ma capace di una scintillante malinconia nel rievocare una Bologna che fu. I ricordi scivolano via veloci, come quella notte indimenticabile dopo il trionfo: «Dopo lo scudetto sono tornato a casa, in Galleria Cavour. Abitavo sopra Louis Vuitton. Avevo un calo di zuccheri, mi sono mangiato due cucchiaini di nutella. Poi sono andato al ristorante». Non c'è spazio per domande banali sui gusti culinari - «Il mio piatto preferito? Che domanda è, non ho sedici anni. Comunque gli spaghetti al pomodoro, semplici» - ma c'è spazio per la grandezza del gioco. Riflettendo sull'evoluzione del basket, Sasha evita paragoni nostalgici, concedendo l'unica eccezione possibile: «Ho smesso 25 anni fa, si giocava una pallacanestro diversa. Ogni periodo porta con sé buoni momenti e altri meno buoni, momenti belli e meno belli. Non mi piace fare paragoni. Solo uno è stato più grande degli altri: Jordan».
Il passato incontra infine il presente sulla soglia della palestra, dove lo Zar incrocia Saliou Niang, giovane promessa della Virtus odierna. Lo scambio è essenziale, quasi cinematografico. «Io giocavo nella Virtus. Un secolo fa», dice Sasha. «Sì, lo so», risponde il ventunenne. Non è nello stile di Danilovic essere troppo tenero, ma l'investitura arriva comunque, sincera: «Mi ha fatto piacere conoscere questo ragazzo di 21 anni che è molto simpatico. Gli auguro tutto il bene. E poi gioca nella Virtus. Più di così». È un passaggio di consegne ideale che anticipa la messa in onda delle puntate su Sky Sport e Now a gennaio, mentre il format esordirà il 19 dicembre con Dino Meneghin.