Carlton Myers festeggia i suoi 40 anni e l'addio al basket nella Comunità di San Patrignano

23.03.2011 05:25 di  Enrico Campana   vedi letture
Carlton Myers festeggia i suoi 40 anni e l'addio al basket nella Comunità di San Patrignano

(Enrico Campana) “Ciao, il 30 marzo alle 11 ci sarà un appuntamento nella Comunità di San Patrignano dove annuncerò il mio ritiro dal basket. Mi farebbe piacere coinvolgere le persone che hanno influenzato positivamente questo percorso. Se riesci a venire ne sarei felice”
Per l’addio al basket, Carlton Myers ha inviato questo graditissimo sms agli amici che vuole attorno per salutare mercoledì prossimo a suo modo, con un significato speciale, quello del valore dello sport nel viaggio della vita. Un viaggio non sempre facile anche per lui, fra alti e bassi come la frattura da stress alla tibia e la paura di non riuscire a realizzarsi, che desidera testimoniare fortemente con gli ospiti della comunità riminese con i valori del recupero e del fare, per chiudere una carriera splendida e unica. E, sempre originale, cestista ma anche artista-musicista, ha scelto il fatidico giorno del 40° compleanno. Perché Carlton è nato a Londra il 30 marzo 1971.
Nel suo sito Carlton non è già più immortalato nei panni del cestista, ma su un campo di golf, con un set di mazze e appoggiato alla golf-cart, e sembra il gemello di Michael Jordan il quale ama moltissimo questo sport, una continua sfida con se stesso.
La sua carriera gli ha regalato la fama del “numero uno”, lo scudetto, la nazionale, alfiere della squadra azzurra alle Olimpiadi, un regalo eccezionale da parte di Gianni Petrucci presidente del CONI, e gli 87 punti, un record che viene rivissuto ancora su You Tube con l’accompagnamento musicale di Ennio Morricone. Rapiscono ancora l’immaginazione quegli ultimi 3 canestri da 3 punti per battere il primato di Sandro Riminucci, altro figlio della Riviera Adriatica, fino quello finale che fissa l’asticella a 87 punti ottenuto con l’ultima prodezza: la palla che va lunga sul tabellone e ricade nella retina. E finitala gara il giro del campo mimando il volo dell’aquila.
Nel suo sito c’è tutta la sua bella storia in pillole. Un giorno il padre musicista caraibico gli disse:“E così hai scelto il basket. Peccato, suonavi bene il flauto. Saresti potuto diventare un bravo musicista”.
La Swinging London e il padre Carlo, mamma Lose e il Lungomare di Rimini, il flauto e il karate. Il primo pallone e Maurizio Ferro. Topone e Milena, l’All Star Game e la Serie A. Gamba e la nazionale, Pesaro e Bianchini, le amarezze e il dolore e la rabbia. Il record, poi a Bologna, dolce Bologna. L’emozione dei 3 anni a Roma, a Siena e la Spagna e il grande ritorno a Pesaro”.
Chiusa la carriera nella sua Rimini, riscoperto il calore della sua alma mater cestistica, Carlton adesso vive una nuova carriera di manager nel basket, e forte di un impegno di fede nella chiesa Cristiano Evangelica cerca di essere un uomo migliore e un riferimento per molti ragazzi.
In questo momento segue la carriera di Matteo Imbrò, il gioiello lanciato dalla Virtus Siena e acquistato in estate dalla Virtus Bologna, MVP della finale di Coppa Italia dilettanti a Montecatini e play della nazionale juniores ai prossimi europei. Dire che è il suo agente, conoscendo Carlton sarebbe come abbassare il livello di questo sodalizio in termini commerciali. A Carlton invece sta soprattutto a cuore la carriera di questo moderno Sciuscià dal grande futuro. “Lui può essere un grande, è molto altruista, magari dovrebbe tirare di più”, mi ha confidato Carlton che gli lascia la sua eredità dandogli consigli e un affetto sincero. Gli affari,in casa di Carlton, vengono dopo.

encampana@alice.it