LBA - Sandro Gamba e l'Olimpia che si è smarrita nei momenti decisivi

LBA - Sandro Gamba e l'Olimpia che si è smarrita nei momenti decisivi
© foto di Savino Paolella

Sandro Gamba, autentico olimpiacentrico, torna a commentare la stagione dell'EA7 Armani dopo le ultime prestazioni nella sua rubrica del martedì sulle colonne de La Repubblica edizione Milano. Ecco il suo intervento odierno.

"Ero tornato al Forum carico di speranze, approfittando della consegna del premio "Nico Messina" (grazie) e della certezza di ritrovare qualche mio ex allievo: Marzorati e Caglieris, Ossola e Della Fiori, tutti o grandi o grandissimi della Nazionale. Il cartellone non poteva offrire di meglio: Olimpia e Virtus, le due squadre italiane di Eurolega, le due contendenti per lo scudetto, pur acciaccate.

E alla fine sono tornato a casa con tante perplessità perché proprio non mi aspettavo di vedere l'Armani ricadere nei vizi che ne hanno condizionato in negativo la stagione. Avevamo visto altri segnali fino alla partita di Madrid, nonostante la sconfitta con il Real maturata nell'ultimo minuto. Ma lottando, tenendo il campo sempre, con pochi rimpianti.

Domenica ho rivisto la squadra discontinua delle giornate peggiori, quella che si presenta con l'atteggiamento sbagliato (troppo soft), che rimonta con la foga e l'energia per mordere in difesa e correre in contropiede ­ il momento migliore­ ma poi torna a perdersi, ad andare in confusione, a farsi prendere dalla paura di tirare, proprio nel momento dell'assunzione di responsabilità.

Molto merito va attribuito all'aggressività della difesa della Segafredo, che coach Scariolo ha saputo registrare al momento giusto, ma dov'è finito l'attacco dell'ultimo mese, quello che segnava novanta punti a tutti? Ho ascoltato il rammarico di Ettore Messina per aver perso uno dei suoi playmaker, proprio adesso che l'Olimpia aveva trovato il suo assetto ideale, le sue certezze.

Problema non da poco, perché bisogna tornare ad adattare una guardia a fare quel mestiere e abbiamo visto nei mesi precedenti quanto non sia semplice. Ma la vera trappola, a mio avviso, è quella mentale. Ed è doppia: il rischio di farsi prendere di nuovo dalla frenesia quando la palla scotta, invece di ricercare con razionalità il miglior tiro possibile; e quello di farsi entrare nel cervello la doppia sconfitta casalinga contro la Virtus, invece di cancellarle in tutta fretta.

Il calendario intasato in questi casi aiuta. Giocare subito in coppa aiuta a ripulire la testa, a fare il lavaggio del cervello necessario in questi casi. Chiudo spostando l'attenzione dalle assenze che tutti citano (Pangos e Shields, importantissime, per carità) ad altre due per me sottovalutate: l'operaio specializzato Devon Hall e Gigi Datome con la sua affidabilità al tiro. Due che, quando torneranno, gestiranno in altro modo i finali."