20 anni senza Alphonso Ford: da Greenwood a Memphis passando per le Marche
(di Francesco Rivano). Questo non vuole essere un racconto triste, tutt’altro. Nonostante certe parole, all’interno di un racconto, possano trasmettere tristezza. Questo vuole essere un racconto gioioso che trasmetta felicità attraverso lo sport. Si parte da latitudini molto lontane delle nostre; da terre che in mano ai nativi americani erano capaci di fruttare ricchezze naturali e benessere, da terre, che una volta passate nelle mani dei coloni, sono state foriere di schiavitù e violenza. Provate a prendere in mano lo smartphone, dal quale ormai non riuscite più a staccarvi, e digitate il percorso che va da Greenwood, Mississippi a Memphis, Tennessee. Siete tutti in grado di tracciare la rotta che attraverso la interstatale 55, nel giro di 2 ore di auto, vi permette di coprire l’intero percorso. C’è chi invece per partire da Greenwood, città che per prima ha trasmesso via radio una trasmissione live per mezzo del blues di BB King, e arrivare a Memphis, terra del rock’n’ roll di Elvis, ha dovuto percorrere una via molto più lunga fatta di sacrifici, delusioni, rinascite, successi e ancora sventure.
Se mai vi dovesse venire in mente di definire il basket e lo sport in generale, non cadete nella superficialità di ridurre il tutto al denaro o alla fama, agli sponsor o ai contratti, alle auto di lusso e alle belle donne. Se per voi il basket è questo siete distanti anni luce dal pensiero di quel professore con gli occhialini rotondi che ha deciso di infilare un pallone in un cesto per pesche. Il pensiero merita di essere molto più nobile, decisamente più interiore della mera materialità. Il basket è competizione e rispetto; divertimento e sacrificio; gratitudine e passione; rivalità e connessione. È grazie allo sport che si instaurano rapporti speciali come quelli fra il protagonista di questo racconto e chi lo ha vissuto sino alla fine; è grazie allo sport se oggi sono amico di Luciano e se grazie all’umanità con cui ha sviluppato la sua professione, sono stimolato a scrivere di questo personaggio diventato speciale per i compagni di squadra e di una buona fetta dei tifosi italiani della generazione precedente. Chi è Luciano? Poco importa al fine di questo racconto. La domanda giusta è: chi era Alphonso Ford?
Sembra che chi nasca sulle sponde del fiume Mississippi abbia insito nel patrimonio genetico la resilienza, la capacità di reagire a qualsiasi avversità senza perdersi d’animo. Alphonso da liceale è uno dei giocatori più prolifici a livello statale e a livello collegiale addirittura esagera. Diventa il quarto miglior marcatore di sempre del college basketball con i suoi 25 punti di media in quattro stagioni. Nulla a che fare con i 44 di Pistol Pete Maravich, ma pur sempre una mole di realizzazioni a canestro da far pensare a una florida carriera NBA. E invece arriva il primo stop. Scelto dai 76ers al secondo giro del Draft del 1993 Alphonso non riesce a sfondare nella Lega più importante del mondo. Ricordate sempre dove è nato! Non si abbatte e decide di andare a dimostrare il suo valore in Europa. Passa per la Spagna, a Huesca, prima di approdare in Grecia dove diventa l’incubo di tutte le difese. Miglior marcatore del torneo greco con la casacca del Papagou, stagione stellare finché non arriva un altro stop. Ma questa volta lo stop è di quelli pesanti: non un’annata storta, nè tantomeno un infortunio di gioco. Questa volta a mostrare la paletta coloro rosso vivo è la sorte sotto le vesti di un medico. La diagnosi è tremenda. Alphonso decide di prendersi un anno per dedicarsi ai suoi globuli bianchi così desiderosi di giocare un brutto tiro al suo sistema immunitario. Ricordate sempre dove è nato!! Nella stagione ‘98/’99 le retine tornano a tremare; prima con il Peristeri e poi con l’Olympiakos, vincendo due volte la classifica di miglior realizzatore dell’Eurolega. Dopo aver dimostrato tutto il suo valore in terra ellenica Alphonso sbarca sui nostri lidi e dopo aver vinto ancora una volta il titolo di miglior realizzatore dell’Eurolega in maglia Mens Sana approda nelle Marche. Con la maglia della cucina più amata dagli italiani ( e come dar torto agli italiani quando a far da testimonial era una giovanissima Lorella Cuccarini) Alphonso soddisfa tutta quella voglia di basket della tifoseria pesarese. In parecchi hanno ancora in mente la prestazione da 41 punti contro Teramo giusto per far notare il suo dissenso nei confronti di alcune parole poco lusinghiere nei suoi confronti. Vero coach Gramenzi?. Ma siam proprio sicuri che Alphonso sia consapevole della sua diagnosi? Ma siamo certi che una persona affetta da tale sindrome possa dominare all’interno di ogni singolo parquet europeo su cui metta piede? Nessuno ci fa caso perché nessuno lo sa, ma i problemi fisici iniziano a essere tanti, troppi, tanto da costringerlo a mettere in dubbio la firma sul rinnovo con la Scavolini, tanto da insinuare nella mente del tifoso che siano una scusa per giustificare un trasferimento. Ma quel che si preannuncia è il terzo stop che sa tanto di addio: la leucemia.
“Cari amici, sono nella sfortunata posizione di dover annunciare che non sarò in grado di disputare la stagione 2004-2005 con la Scavolini. Purtroppo le mie condizioni di salute non mi consentono più, a questo punto, di competere come un atleta professionista. In questo momento sono veramente grato a tutti voi e a tutti gli allenatori, compagni di squadra, tifosi, arbitri e dirigenti che, nel corso di tutti questi anni, mi hanno dato l’opportunità di competere nello sport che ho amato di più. Per quanto riguarda il mio club, la Scavolini Pesaro voglio di cuore ringraziare ogni persona dell’organizzazione, i miei compagni di squadra, i miei allenatori e i nostri grandi tifosi. Voglio che ognuno di voi continui ad avere fede. Siate forti e combattete duro. Il mio cuore sarà sempre con tutti voi. con Rispetto.”
Questa lettera e la storia di Alphonso l’avrete letta tante volte, io non ho fatto altro che ripeterla per l’ennesima volta, ma voglio con queste mie parole che sia ben chiaro quanto in quella lettera di addio e quindi triste, ci sia il senso dello sport e della felicità che è in grado di donare: amicizia (cari amici); gratitudine (sono veramente grato) ; passione (di cuore); rispetto (con rispetto). Nessun riferimento alla pecunia.
L’ultima partita di Ford con i biancorossi di Pesaro è una passeggiata sul Golgota fatta di 9 punti , tanto dolore fisico e tanta nobiltà d’animo. Era il 29 maggio del 2004 a Siena. Il 3 Settembre dello stesso anno un sms della moglie Paula dava notizia che Alphonso “se n’è andato”. Ma siamo sicuri che se ne sia andato per davvero? Ricordate sempre dove è nato!!! “Sembra che chi nasca sulle sponde del fiume Mississippi abbia insito nel patrimonio genetico la resilienza, la capacità quindi di reagire a qualsiasi avversità senza perdersi d’animo”. Perdonatemi l’autocitazione ma era necessaria per dimostrare che neppure di fronte all’inevitabile Alhponso si è arreso, restando vivo, aggrappato nel cuore e nella memoria di chi ha incrociato il suo percorso da Greenwood, Mississippi a Memphis, Tennesse riuscendo a comprendere quanto sia stato capace di trattare la palla da basket, come fosse un’amica, con gratitudine, passione e rispetto.
Ah, casomai vi chiedeste a chi è intitolato il premio del miglior marcatore dell’Eurolega non fate fatica a cercare altrove, la risposta è sempre qui: Alphonso Ford, sempre qui, sempre presente.
Francesco Rivano nasce nel 1980 nel profondo Sud Sardegna e cresce a Carloforte, unico centro abitato dell'Isola di San Pietro. Laureato in Economia e Commercio presso l'Università degli Studi di Cagliari, fa ritorno nell'amata isola dove vive, lavora e coltiva la grande passione per la scrittura. Circondato dal mare e affascinato dallo sport è stato travolto improvvisamente dall'amore per il basket. Ha collaborato come redattore con alcune riviste on line che si occupano principalmente di basket NBA, esperienza che lo ha portato a maturare le competenze per redigere e pubblicare la sua prima opera: "Ricordi al canestro" legato alla storia del Basket. E da pochi giorni ha pubblicato la sua seconda, dal titolo "La via di fuga" Link per l'acquisto del libro.