I Kings si aggrappano a Ellis e Westbrook: Sacramento resiste al ritorno dei Mavs

I Kings si aggrappano a Ellis e Westbrook: Sacramento resiste al ritorno dei Mavs
© foto di nba.com

In una partita più sofferta di quanto dica il vantaggio in doppia cifra toccato nel primo tempo, i Kings si tengono stretta una vittoria che vale tantissimo per morale e classifica: 113-107 sui Mavericks, con Keon Ellis e Russell Westbrook da 21 punti a testa e il rookie Maxime Raynaud a completare il quadro offensivo in una serata in cui Sacramento non è mai andata davvero sotto ma ha dovuto stringere i denti fino agli ultimi possessi. Entrambe le squadre arrivano alla palla a due senza i rispettivi centri titolari, mentre i Kings devono fare ancora a meno di Domantas Sabonis per la 17ª gara consecutiva. In questo quadro, il peso delle letture perimetrali e del controllo del ritmo diventa ancora più evidente.

L’inizio è tutto dalla parte di Sacramento, che sfrutta subito l’energia di Ellis e l’impatto di Raynaud per costruire un margine rassicurante. Il rookie francese attacca il ferro con personalità, mentre Ellis scava il primo solco già nel primo tempo, con 13 dei suoi 21 punti nella sola prima metà di gara. Dall’altra parte, Cooper Flagg fatica a entrare in ritmo: i Kings lo tengono senza canestri dal campo e a soli due punti fino all’intervallo, sfruttando la propria attenzione difensiva per andare negli spogliatoi sul 59-44. È un +15 che fotografa bene la differenza di intensità, ma non chiude ancora i conti, anche perché Dallas — alla ricerca della seconda vittoria in tre partite — ha già dimostrato di avere un discreto potenziale di rimonta.

Dopo la pausa, i Mavs provano a cambiare faccia proprio attraverso Flagg, che si scuote e chiude comunque con 23 punti e cinque assist, trasformandosi nel faro offensivo che non era riuscito a essere nel primo tempo. Il parziale di rientro li porta fino al 71-68 a metà terzo quarto, con la partita di nuovo apertissima e il pubblico del Golden 1 Center improvvisamente più silenzioso. È qui che sale in cattedra la coppia di veterani dei Kings: Westbrook risponde con una tripla frontale che spezza il ritmo degli ospiti, Ellis gli va dietro con due bombe consecutive dall’arco e in un attimo Sacramento firma un 9-0 che riporta il vantaggio in doppia cifra. È un colpo psicologico pesante, perché ribadisce ai Mavericks che, pur senza Sabonis, i Kings hanno ancora abbastanza esperienza per leggere il momento e punire ogni minimo calo di concentrazione.

Nel quarto periodo la partita si sporca e si accorcia sul piano dei possessi. Dallas, pur restando a inseguire, non molla mai del tutto: sotto di 12 a poco più di tre minuti dalla fine, trova ancora un’ultima fiammata con il dunk di P.J. Washington, la tripla di Klay Thompson e un appoggio interno di Flagg per un 7-0 che riapre il discorso sul 109-104 a 1:45 dalla sirena. Sacramento però non si scompone: Dylan Cardwell risponde nel pitturato, poi i Mavericks sprecano l’occasione per completare la rimonta con una palla persa e due errori consecutivi al tiro, restando ancora a due possessi pieni di distanza quando Dwight Powell fa solo 1/2 ai liberi con 11.4 secondi sul cronometro. A mettere il sigillo è DeMar DeRozan, glaciale dalla lunetta per il 113-107 finale: i Kings si prendono solo il secondo successo nelle ultime otto gare, ma lo fanno in una gara di gestione emotiva e carattere, in cui la mano calda dall’arco (45% da tre e 51 punti complessivi dalla distanza contro i 39 di Dallas) e la regia totale di Westbrook — nove assist oltre ai 21 punti — compensano un’assenza pesantissima come quella di Sabonis.