NBA Cup: Orlando travolge una Philadelphia troppo corta e povera di stelle

NBA Cup: Orlando travolge una Philadelphia troppo corta e povera di stelle
© foto di nba.com
Le dinamiche recenti della Eastern Conference si confermano: Orlando firma l’ottava vittoria nelle ultime undici gare asfaltando i Sixers 144–103 in trasferta, con un secondo quarto da antologia e un festival offensivo senza precedenti per la franchigia. Philadelphia, priva di Joel Embiid, Paul George, VJ Edgecombe, Kelly Oubre Jr e Adem Bona, esce dalla NBA Cup senza appello, frenata da un’infermeria piena e da una serata di totale smarrimento difensivo. I Sixers hanno retto solo un quarto: avvio complicato al tiro per entrambe, poi le rotazioni rapide di Nick Nurse e Jamahl Mosley sbloccano il ritmo. Le entrate di Trendon Watford e Jared McCain da un lato, di Anthony Black, Goga Bitadze e Tyus Jones dall’altro accendono la gara: da 2/9 al tiro, Philly reagisce con 9/10 e tocca il +7 (33–26), ma i Magic ribaltano tutto con tre triple nei 63 secondi finali del primo periodo, trasformando l’inerzia.
 

La “macellaria sportiva” del secondo quarto è totale: la zona dei Sixers crolla e Orlando dilaga senza fermarsi. Anthony Black è dominante: 16 punti in quattro minuti, 20 nel periodo a 8/9 e 27 all’intervallo, con alley‑oop sulla sirena per il 60–86 che ammutolisce la Xfinity Mobile Arena; il parziale recita 51-25, 20/27 al tiro e 15 punti in transizione, mentre il rientro dagli spogliatoi non cambia la musica nonostante l’espulsione di Jalen Suggs a fine primo tempo.

Da lì è accademia: le soluzioni individuali e di squadra scorrono a piacimento con Tristan Da Silva, Franz Wagner, Desmond Bane protagonisti, tra le bordate del pubblico e un ulteriore 15–0 incassato dai locali. Il gap vola a +30, poi +40, fino al -46 massimo: si registrano l’attività di Noah Penda (10 punti, 9 rimbalzi), la panchina da 82 punti (record NBA stagionale) con nove giocatori in doppia cifra e 80 punti nel pitturato più 36 su palle perse; anche senza Paolo Banchero, è un vero e proprio tritacarne che chiude i giochi molto prima della sirena, con i tifosi a invocare invano l’ingresso di Kyle Lowry.