«Diventato fattore di divisione»: Messina spiega le ragioni delle dimissioni da Milano

24.11.2025 23:20 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
«Diventato fattore di divisione»: Messina spiega le ragioni delle dimissioni da Milano
© foto di Brondi/Ciamillo

Una lunga lettera pubblicata sul sito dell'Olimpia Milano per spiegare le motivazioni che hanno portato alla decisione di rassegnare le dimissioni. Rompe il silenzio Ettore Messina, che colpisce per la schiettezza delle sue parole, nel dare una motivazione "molto semplice: ho capito di essere diventato – non da oggi – un fattore di divisione e, di conseguenza, di distrazione. Anche impegnandomi a svolgere il mio lavoro nel miglior modo possibile, ogni circostanza si trasformava in un’occasione per aprire un referendum pro o contro la mia persona. Per questo motivo (e soltanto per questo) ho deciso di eliminare una situazione che era diventata per me fonte di grande tensione e per la squadra e la  società causa di danno". 

Messina riferisce che "quest'anno, in particolare, ho fatto molta fatica ad accettare il clima, tanto che a volte esitavo persino a salire gli ultimi gradini verso il campo". Una decisione presa con l'unico scopo di "favorire un momento di unità, creando le condizioni perché tutti si raccolgano attorno alla squadra. Con la profonda convinzione che il gruppo possa ottenere ottimi risultati, come ha già dimostrato nonostante i numerosi infortuni". Messina resta nel club come presidente delle basketball operations, per "dare il mio contributo ad affrontare le nuove sfide fuori dal campo, che sono alle porte. In questo senso, sono molto felice e motivato di proseguire il lavoro al fianco del nostro Presidente Leo Dell’Orco".

LA LETTERA DI MESSINA COMPLETA
"Mi perdonerete se esprimo con questa lettera, e non con una conferenza stampa o delle interviste, i motivi della decisione che ho preso, con animo sereno e costruttivo, nella giornata odierna. Fin dal primo giorno di allenamento ad agosto, ho provato un grande piacere nell’andare in palestra con tutto il gruppo squadra, inclusi sanitari, fisioterapisti, preparatori e il resto dello staff, che accomuno in un sentito ringraziamento. E allora, vi chiederete, perché lasciare la panchina (ma non il club)?
Il motivo è molto semplice: ho capito di essere diventato – non da oggi – un fattore di divisione e, di conseguenza, di distrazione. Anche impegnandomi a svolgere il mio lavoro nel miglior modo possibile, ogni circostanza si trasformava in un’occasione per aprire un referendum pro o contro la mia persona. Per questo motivo (e soltanto per questo) ho deciso di eliminare una situazione che era diventata per me fonte di grande tensione e per la squadra e la  società causa di danno. Eliminando la causa delle tensioni, ritengo di esercitare al meglio la responsabilità affidatami dal Signor Giorgio Armani e dal club fin dal mio primo giorno in Olimpia.

Quest’anno, in particolare, ho fatto molta fatica ad accettare il clima, tanto che a volte esitavo persino a salire gli ultimi gradini verso il campo. La mia decisione ha dunque un unico scopo: favorire un momento di unità, creando le condizioni perché tutti si raccolgano attorno alla squadra. Con la profonda convinzione che il gruppo possa ottenere ottimi risultati, come ha già dimostrato nonostante i numerosi infortuni.
Resto il primo tifoso dell’Olimpia e, soprattutto, resto nel club per dare il mio contributo ad affrontare le nuove sfide fuori dal campo, che sono alle porte. In questo senso, sono molto felice e motivato di proseguire il lavoro al fianco del nostro Presidente Leo Dell’Orco.
Guardando avanti, sono sicuro che Peppe e lo staff tecnico continueranno a lavorare con l’impegno e la competenza che non sono mai mancati. Se avranno l’aiuto di tutti, raggiungeranno i risultati sportivi che ci auguriamo. I componenti dello staff tecnico sanno che resto a loro disposizione per qualsiasi cosa possa essergli utile, ma so che sapranno guidare nel modo migliore la nostra Olimpia, che ora ha bisogno solo di serenità e di unione.