Carlo Fabbricatore: "In sei anni cosa si è creato di veramente Olimpia Milano?"

25.11.2025 15:11 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
Carlo Fabbricatore: "In sei anni cosa si è creato di veramente Olimpia Milano?"
© foto di Savino Paolella

"La notizia sinceramente mi ha lasciato perplesso per un secondo". Lo dice Carlo Fabbricatore commentando le dimissioni di coach Ettore Messina da capo allenatore dell'Olimpia Milano. "Conoscendo il suo carattere, probabilmente non si sentiva più il padrone dello spogliatoio. Questo sicuramente l'ha fatto ragionare su questa mossa sicuramente non istintiva. Resterà all'interno della società, anche perché altrimenti per Poeta sarebbe un enorme problema. Poeta ha una patata non bollente, incandescente. Come avesse la lava tra le mani. Perché è una squadra costruita con determinati canoni, e purtroppo è naufragata dove?", dice Fabbricatore, analizzando quindi i problemi principali di questa Olimpia e l'inizio dell'era Poeta.

"Il finale di Trieste può essere mutato su altri cinque/sei finali di questa stagione. Non so per quale motivo non si abbia mai voluto seguire un giocatore che potesse realmente mettere a posto la squadra nei momenti topici. Lorenzo Brown lo poteva essere, ma mi permetto di dire con grande modestia che si dovesse pensare che un giocatore di 35 anni potesse avere dei problemi. Negli anni precedenti abbiamo visto situazioni simili, questo diventa un enorme problema. Poi uno dice che Shields non riceve palla bene, o tiene troppo la palla, o Brooks non poteva essere servito... Ma la responsabilità viene da chi doveva mettere la squadra in quel momento. Per quanto riguarda il timeout, avrei fatto la stessa scelta di Messina. Non avevano ancora quattro falli, questo è un altro grande problema. Sapevano cosa fare, poi hanno fatto un casino della miseria, è sotto gli occhi di tutti. Poeta prende un problema enorme. Lo dico simpaticamente: Poeta è un uomo fortunato, ora ha due partite alla portata in EuroLeague e un jolly. Ha Maccabi, Baskonia e Panathinaikos in casa. Due su tre. Più la tre che è un jolly come a Giochi senza frontiere, una vittoria che ti vale tre volte tanto", prosegue Fabbricatore nel suo intervento nel podcast su Instagram Spaziolimpia di Filippo Navarra. 

Con Ettore Messina, sicuramente Olimpia Milano ha fatto passi in avanti a livello di organizzazione. Ma Fabbricatore si domanda:
"È importante? Si. Fondamentale? Forse. Puoi fare un'organizzazione di un certo tipo se hai il vil denaro per poterla fare. Non è che l'Olimpia Milano abbia un piccolo budget, questo bisogna ricordarselo. Mi rendo conto che i servizi in Italia non costano come in Spagna o Turchia. Ma non è che prima fossero scappati di casa. Vediamo anche in che condizioni il Gruppo Armani aveva preso l'Olimpia, una roba da sciagurati. Ma l'organizzazione è nata dal Gruppo Armani, mi permetto di dire. Adesso ci sono venti chef e venti medici? Se hai i soldi lo puoi fare, altrimenti no".

Al via la successione con Peppe Poeta e l'errore di Messina
"È pronto? C'è da fare un enorme distinguo. Il giorno più difficile per lui sarà il primo allenamento che farà sostenere alla squadra. Lui era l'assistente, ai giocatori non frega niente chi sarà il prossimo allenatore. Perché potrebbero non esserci neanche loro. Il prossimo allenamento sarà il più difficile, dovrà trovare le parole giuste per far rientrare in squadra determinati giocatori praticamente tagliati fuori, che è la cosa più difficile. Durante la partita contro l'Olympiacos un amico giornalista mi ha mandato un messaggio all'intervallo, in una partita punto a punto, "alla fine potranno anche perdere ma quanti sorrisi ho visto". A Messina rimprovero, come a Obradovic, che forse non hanno capito che i tempi sono cambiati. Non tanto nel gioco quanto nei rapporti comunicativi. I giocatori 20/25 anni fa subivano in silenzio, andavano a casa e picchiavano la testa contro il muro, ma non potevano fare nulla perché esisteva un vincolo. Ma ora è cambiato tutto. Obradovic si lamenta dei cellulari, sono d'accordissimo con lui. Ma il modo in cui lo dice è sbagliato. A una certa età si diventa dei "talebani", tutto è o bianco o nero. Ho tante volte mosso critiche a riguardo, sono un grande fautore del gioco dell'Olympiacos ma se fossi il presidente, a fine stagione a Bartzokas darei un premio e gli direi che non va più bene. Dopo X anni è difficile essere credibili all'interno di uno spogliatoio, all'interno di un'organizzazione. Cosa ti inventi? I giochi?".

Mancanza di uomini Olimpia
"Una cosa sulla quale ad esempio sono più scettico è quella di puntare sempre su giocatori chilometrati. Non si è mai creato un giocatore giovane, di prospettiva, che potesse diventare l'uomo simbolo della squadra, ed è stato un grande errore secondo me. Un uomo forte di uno spogliatoio. Chi ha più anzianità all'Olimpia? Ricci e Tonut. Tonut ogni tanto sta nel terzo anello e guarda la partita come noi. Ma cosa hai risolto? Nulla. Sono due bravissimi ragazzi, ma non quelli fondamentali della squadra. Devi avere un leader maximo, il Che Guevara, non il quinto o sesto comandante. Non si è riusciti in questi sei anni e mezzo - ed è la cosa più difficile da fare digerire - a creare qualcosa di Olimpia Milano. Sono cambiati i tempi, sicuramente, però il budget dell'Olimpia ti permette di competere con tutti. Mirotic mica è gratis, Guduric non è gratis.

Shields? Per tipologia di giocatore, non potrà mai essere un leader. Se guardiamo le scelte offensive dell'ultimo tiro, sono giuste una su cinque. Lasciamo stasera se segni o meno. Non è Rodriguez, non è Hines. Questo deve fare riflettere. Se prendiamo la Venezia dei due titoli, il leader era Bramos. Uno di quei giocatori che nessuno ricorda ed era fenomenale. Ma non per il tiro per lo Scudetto, ma per quello che faceva nello spogliatoio, per la serenità che dava al gioco. Hines non c'è più, Rodriguez non c'è più. Melli era un leader difensivo. Anche per uno come Dunston gli è difficile questo ruolo. A me sarebbe piaciuto avere un giocatore giovane, in sei anni e mezzo, che forse si sarebbe potuto accompagnare in una crescita tale... Poi se arriva la NBA va bene, ma a livello europeo Milano ha tutto per competere con altri".

Gli italiani
"In tempi non sospetti dissi una cosa: l'Olimpia ha un roster lunghissimo, è costruita per fare l'EuroLeague. E ho anche detto che la Virtus ha messo gli italiani in modo più concreto. Gli italiani della Virtus, se li paragoniamo a quelli dell'Olimpia in questo momento, sulla carta sono più competitivi. Un Pajola, per esempio, Milano non ce l'ha. Diouf e Akele non li hanno. Niang neanche. Questo può diventare un enorme problema in campionato. L'accortezza sarebbe stata quella di creare un senso di appartenenza al progetto, a determinati giocatori. Dissi che se guardiamo come è costruita la squadra, Mannion e Tonut quando li facciamo giocare? E manca Lorenzo Brown. Quando tutti rientreranno, tra gli italiani chi giocherà? Se prendi Mannion sai che tipo di giocatore è, ma anche Flaccadori e Tonut... Sono giocatori che hanno bisogno di giocare minuti. C'è da fare una riflessione su come vengono scelti i giocatori".