I Lakers travolgono i Kings: LeBron e Doncic dominano e Sacramento affonda
Per i Lakers era una partita quasi da dentro o fuori sul piano mentale: tre sconfitte consecutive alle spalle, le luci dello Staples Center puntate addosso e dall’altra parte quei Kings che, come loro, navigano sul fondo delle statistiche difensive NBA. Si vede subito che sarà una serata ad alto punteggio: i possessi si succedono a ritmo forsennato, i canestri arrivano da entrambe le parti e gli “stop” difensivi sono merce rara. Sacramento comincia meglio, si appoggia a un DeMar DeRozan subito caldissimo – chiuderà a 22 punti con 4 rimbalzi e 5 assist – e al primo timeout chiamato da JJ Redick gli ospiti sono davanti mentre l’All-Star è già a quota 8 punti sul 13-12. È il classico avvio da “partita pazza”, ma è anche il momento in cui LeBron James decide che la striscia negativa deve finire: il numero 23 attacca il ferro, colpisce dal mid-range, chiude il primo quarto a ritmo altissimo (24 punti finali con uno spaventoso 11/13 dal campo) e ribalta l’inerzia, permettendo ai gialloviola di chiudere sul 30-24 dopo i primi dodici minuti.
Nel secondo quarto la gara esplode definitivamente sul perimetro: Malik Monk prova a tenere incollati i Kings con due triple in sequenza, ma i Lakers rispondono colpo su colpo con Nick Smith Jr. – 21 punti con 8/14 al tiro – e Jarred Vanderbilt, che puniscono gli aiuti in ritardo per il 38-32. Poi arriva il primo vero “highlight” di serata: campo aperto, LeBron prende il corridoio e chiude un reverse dunk che incendia il palazzetto, poco prima del 2+1 di un Luka Doncic totale (34 punti, 5 rimbalzi, 7 assist) che spinge i padroni di casa fino al +10 sul 51-41, massimo vantaggio del primo tempo. Sacramento prova a restare in linea di galleggiamento con il duo DeRozan–Russell Westbrook, ma dietro i Kings difendono soprattutto facendo fallo, mandando in lunetta in continuazione i Lakers e tenendoli sempre tra il +6 e il +9. Nel finale di secondo quarto, però, qualcosa si rompe definitivamente: Doncic piazza altri quattro punti in fila, Deandre Ayton si fa sentire vicino a canestro e all’intervallo il tabellone segna 68-53, un +15 che fotografa bene la differenza di lucidità delle due squadre.
Dopo la pausa lunga non c’è spazio per rimonte: i Lakers rientrano dagli spogliatoi con lo stesso linguaggio del corpo con cui avevano chiuso il secondo periodo e aprono la ripresa con un devastante 13-2. Dentro questo parziale c’è un alley-oop firmato dalla coppia Ayton–LeBron, chiuso dal solito James sopra il ferro, e subito dopo una tripla del quattro volte campione NBA che spinge il margine fino all’81-55, trasformando la partita in gestione controllata per i ragazzi di Redick. I Kings, al contrario, vanno definitivamente “sott’acqua”: le 19 palle perse fotograferanno a fine serata il caos offensivo di Sacramento, mentre in difesa le rotazioni si sbriciolano, lasciando ai Lakers una sequenza infinita di tiri aperti. All’inizio dell’ultimo quarto Jake LaRavia aggiunge anche un 2+1 che porta il vantaggio di Los Angeles a +20 e chiude, di fatto, ogni discorso. Gli ospiti smettono di crederci, la difesa si spegne del tutto e il 125-101 finale è la conclusione più logica.
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