DJ Steward: «Jordan Ford è stato importante per farmi scegliere Trento»

Pomeriggio di presentazione alla stampa per il nuovo giocatore della Dolomiti Energia Trentino DJ Steward: la guardia statunitense, dopo una settimana tra Lonato del Garda, Aprica e Sondrio, si è concessa alle domande dei giornalisti dopo il commento del direttore sportivo bianconero Rudy Gaddo: «DJ Steward è stato uno dei primi giocatori che abbiamo individuato insieme a coach Cancellieri per costruire la squadra. Non è stato però uno dei primi che abbiamo firmato: è stata un’estate lunga, fatta di attese dove ci sono stati momenti positivi e altri in cui, vedendolo disputare ottime partite in Summer League, pensavamo che non saremmo riusciti a portarlo qui. Con DJ avevamo un interesse reciproco, abbiamo aspettato la conclusione della Summer League e poi siamo riusciti a finalizzare l’accordo. Steward è una comboguard moderna, crediamo possa darci quel talento e quella creatività che servono in un roster pensato per avere le caratteristiche tipiche di Trento: corsa e difesa. In queste prime uscite abbiamo capito di avere un gruppo di ragazzi a cui piace giocare insieme: coach Cancellieri, con i suoi assistenti, sta facendo un grandissimo lavoro per mettere insieme i pezzi».
DJ STEWARD (Play/Guardia DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): «Ho parlato con Rudy e con coach Cancellieri e mi sono sentito subito molto bene: i loro piani e la loro idea di squadra mi convincono, e soprattutto mi lasciano essere me stesso in campo e fuori. Prima di firmare con Trento ho sentito anche Jordan Ford: è stato uno degli elementi decisivi, perché mi ha parlato benissimo del club, dell’organizzazione e della città. Ho visto molti video che Jordan aveva realizzato quando era qui e mi hanno aiutato a capire cosa mi aspettasse. Vedere i miglioramenti che ha fatto da quando eravamo compagni agli Stockton Kings mi ha confermato che scegliere Trento sarebbe stata una grande opportunità per la mia carriera. Conosco un po’ la storia del club e quello che è stato fatto lo scorso anno: adesso voglio che insieme riusciamo a costruire la nostra storia a Trento. Il basket NBA e quello europeo sono molto diversi: il campo è più piccolo, non c’è la regola dei tre secondi difensivi e l’intensità è maggiore. Negli anni scorsi potevo concedermi qualche possesso per riposare, qui non è possibile: bisogna giocare sempre al 100%. Nelle prime quattro partite l’ho capito bene e sto lavorando per migliorare. Penso che abbiamo una squadra interessante: Jones può giocare con la palla e senza, abbiamo tanti tiratori e ottimi lunghi; quindi, credo che ci siano tutti i pezzi per fare bene. È arrivato anche Khalif, che ci darà un grande contributo: è un ottimo giocatore.
Ho scelto di venire in Europa perché questa è la mia quinta stagione da professionista e sentivo di dover affrontare un nuovo passo per crescere e credo che Trento sia il posto giusto per migliorare. Giocare l’EuroCup ha avuto un peso importante nella mia scelta: è una competizione di altissimo livello, con tantissimi giocatori di talento. So che non sarà facile, dovrò lavorare ogni giorno per dimostrarmi all’altezza. Com’è stato andare a Duke e giocare per Coach K? È stato meraviglioso, anche se in un periodo particolare, quello del Covid, senza tifosi. Duke è sempre stato il college dei sogni sin da bambino; quindi, arrivarci è stato un sogno che si avverava. Essere allenato da un Hall of Famer come Coach K è stato incredibile: siamo ancora in contatto, mi ha augurato buona fortuna quando ho firmato con Trento. Una frase che mi è rimasta impressa? Mi ha detto di essere sempre me stesso e di non perdere mai il sorriso che ho».