Il playmaker Aljami Durham si presenta alla Vanoli Cremona

Vanoli Basket Cremona ha presentato ufficialmente nella giornata di oggi, martedì 9 settembre, uno dei nuovi protagonisti in maglia biancoblu per la stagione 2025/2026. Parliamo di Aljami Durham, playmaker statunitense classe 1998 alla sua prima esperienza in Italia. Il numero 42 della Vanoli è il secondo tra i nuovi volti a roster a presentarsi alla stampa, dopo Davide Casarin. La conferenza stampa si è tenuta presso la sede di Cremona di Randstad, partner che anche quest'anno ha scelto di rimanere al fianco della Vanoli Basket. Alla conferenza stampa di presentazione di Aljami Durham, hanno preso parte anche Nicola Rocchelli, Regional Director di Randstad, insieme al General Manager della Vanoli Basket Andrea Conti e al Marketing Manager della Vanoli Roberto Spagnoli.
Roberto Spagnoli: «Siamo molto contenti di proseguire con questa partnership, in corso dalla scorsa stagione. Quest'anno crediamo si possa fare ancora meglio sia lato visibilità sia lato territorio. Lato visibilità, il logo di Randstad sarà sulla divisa ufficiale 2025/2026 della Vanoli Cremona, che sveleremo prossimamente. Lato territorio, Randstad sarà presente in diversi eventi che coinvolgono non solo aziende partner, ma anche i tesserati del nostro Settore Giovanile. Quella con Randstad è dunque per noi una partnership importante e ci teniamo a portarla avanti nel migliore dei modi»
Nicola Rocchelli: «C'è grande soddisfazione anche da parte nostra, perché oltre alla condivisione di valori che accomuna la realtà di Randstad a quella della Vanoli Basket, siamo riusciti a mettere insieme delle attività che vanno nella direzione dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro. L'anno scorso la partnership è nata basandosi su un criterio di visibilità, mentre quest'anno stiamo dando contenuto a questo accordo. L'idea è quella di proporre nuove attività sul territorio. All'interno di Randstad c'è una divisione Randstad Sport che si propone di trasferire i valori propri dello sport in ambito aziendale: questo lo riusciamo a mettere in pratica tramite corsi di formazione, leadership e coaching. Vogliamo mettere tutto ciò al servizio del territorio di Cremona»
Andrea Conti: «Siamo molto felici di metterci a disposizione di Randstad perché si tratta di una collaborazione molto proficua. Prendo spunto dal discorso dei valori condivisi, perché anche nel costruire la squadra abbiamo puntato non solo sulle qualità dei giocatori a livello tecnico, ma anche su quelle umane. Per una realtà come la nostra, una società piccola che però da tanti anni è protagonista nella massima serie, è fondamentale guardare alle qualità umane. Durham è un ragazzo che ha qualcosa da raccontare anche fuori dal campo, non solo sul parquet. Dal punto di vista tecnico ci darà leadership, data la sua esperienza tra Regno Unito, Spagna e Germania. Ha giocato anche l'Eurocup durante la sua esperienza ad Amburgo, quindi è un giocatore che senz'altro potrà aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi»
ALJAMI DURHAM
Come sta andando per il momento la tua prima esperienza in Italia?
«Sta andando davvero bene, anche meglio di quanto mi aspettavo. Queste prime settimane sono state piene di duro lavoro, ci stiamo unendo come gruppo e stiamo cercando di esprimerci al meglio come squadra. Sono soddisfatto di queste prime settimane qui a Cremona»
Preferisci essere un realizzatore o un creatore di gioco per i compagni? Ti riescono bene entrambe le parti del gioco...
«Qualsiasi cosa sarà utile alla squadra per vincere, la farò. Questo è il modo in cui sono abituato a giocare. Che sia con un canestro o rendendo i miei compagni migliori, dandogli ritmo in attacco... Voglio soltanto aiutare la mia squadra a vincere le partite»
Che rapporto hai con Payton Willis, una delle principali risorse della squadra e tuo compagno di backcourt?
«Io e Payton abbiamo la stessa età, le nostre strade si sono incrociate più volte a partire dal 2017/18 quando entrambi siamo andati al college. Fa strano vedere che ora è un mio compagno di squadra, dopo tutte le volte che ci siamo incrociati da avversari. Sono contento sia dalla nostra parte adesso, stiamo costruendo una buona intesa in campo. Lui è un realizzatore puro, io ho caratteristiche un po' diverse dalle sue: penso potremo coesistere bene»
Cosa ti aspetti dalla Serie A LBA e a che livello pensi che sia il campionato italiano?
«Ho sentito grandi cose sul campionato italiano, su quanto sia competitivo ed è senz'altro uno dei più sfidanti d'Europa. Mi fa felice essere qui a Cremona: è una nuova opportunità di crescita per me potermi misurare con alcuni dei migliori giocatori del basket europeo. Sono entusiasta, non vedo l'ora di poter competere in questa lega».
Hai già giocato in altri campionati europei: quali sono le cose più importanti che hai imparato oltreoceano?
«La più importante credo sia la tenacia. Restare ogni giorno concentrati sul proprio lavoro è fondamentale se si vuole giocare bene, singolarmente e di squadra. Nel corso di una stagione o di una partita ci possono essere alti e bassi, ma non importa. Bisogna restare lì e continuare a lavorare con tenacia: questa è la cosa più rilevante che ho imparato da ogni mia esperienza in Europa»
Sei un play-guardia che prende molti rimbalzi, rispetto ad altri tuoi pari ruolo: sei d'accordo?
«Credo che prendere rimbalzi o meno influisca su altri aspetti del mio gioco. Voglio dire, quando prendo un rimbalzo posso spingere subito la transizione e in generale mi fa sentire pienamente dentro la partita. Andare forte a rimbalzo si traduce nella mia volontà di diventare un giocatore migliore e di avere impatto per la squadra»
Il numero 42 sulle spalle: che significato ha per te?
«È una lunga storia, ma cercherò di farla breve: mio papà giocava a basket, poi nel momento in cui sono nato ha dovuto smettere. Vestiva il numero 42 da giocatore e ora la porto io sulle spalle, perché lui è il motivo per cui io sono qui. Mio padre è il motivo per cui ho imparato a giocare a basket e oggi sono un professionista. Il numero 42 è in suo onore»
Non solo basket: sei anche appassionato di moda... Da dove nasce questo interesse?
«Adoro il mondo della moda e dei vestiti. Questa passione si è sviluppata sin da quando ero ragazzo, poi circa 6 anni fa, insieme a mio fratello, abbiamo fondato il nostro brand di moda, Real Is Rare. Una delle ragioni per cui ho deciso di dare forma a questa passione è dare l'opportunità a mio fratello di viaggiare per lavoro. Ha modo di diffondere il nostro brand incontrando persone e diffondendo il nostro marchio d'abbigliamento»
Che rapporto stai avendo con coach Brotto?
«La cosa divertente del mio rapporto con Gigi è questa: dalle prime telefonate pensavo fosse una persona molto severa. Invece, quando l'ho conosciuto di persona, ho constatato che è un tipo simpatico e con cui è davvero piacevole parlare di pallacanestro. Sento che abbiamo un'ottima connessione, io e il coach: parliamo tanto, condividiamo spunti e ci stimiamo a vicenda. Sono passate soltanto poche settimane, ma mi sento di dire già che è uno dei migliori allenatori con cui mi sono rapportato»