Toledo, Kennedy Catholic e l'NCAA l'avventura americana di Mattia Acunzo

12.03.2019 07:30 di  Giorgio Bosco   vedi letture
Toledo, Kennedy Catholic e l'NCAA l'avventura americana di Mattia Acunzo

Pianetabasket.com ha avuto il piacere di raggiungere telefonicamente Mattia Acunzo, cestista italiano attualmente in Pennsylvia alla Kennedy Catholic High School. Mattia, figlio di Claudio Acunzo, giocherà la prossima stagione all'Università di Toledo. Ecco le sue impressioni sull'attuale stagione e sull'esperienza del prossimo anno in NCAA. 

 

La passione per il basket è nata sin da subito o sei stato influenzato da papà Claudio?

“Partiamo dal presupposto che quando avevo 4-5 mesi e papà giocava in Serie A alla JuveCaserta ero già al PalaMaggiò a vedere le partite. Questo ha aiutato decisamente. La passione vera e propria di giocare è sbocciata intorno ai 2-3 anni quando già tiravo nei canestri piccoli.”

La tua carriera giovanile in Italia si divide in due grandi squadre, Moncalieri e Siena, poi la decisione di lasciare tutto e partire per l’America.

"Sono state due esperienze molto belle ed ho imparato tanto. Mi sento trovato bene in entrambe le società. Entrambi gli anni ci sono state delle difficoltà soprattutto a Torino nel rush finale. A Siena è stato un anno duro a livello personale, siamo arrivati alle Finali Nazionali non come favoriti però ci siamo tolti qualche sassolino e abbiamo chiuso a ridosso delle prime 4 d’Italia. È stata un’esperienza che non mi dimenticherò. Dopo questo anno in Toscana in estate ho scelto l’America perché avevo bisogno di nuovi stimoli. Quell’estate ho partecipato a vari tornei dell’AAU (Gold Division) e al termine della prima partita disputata ho ricevuto la mia prima offerta (Divisione 1). Questo è stata la motivazione principale che mi ha fatto scegliere l’America. Ho fatto questa scelta perché quella partita mi aiutò molto. In quell’estate non ho giocato molto e fu questo a spingermi a dare il massimo."

Il tuo arrivo in America non è passato inosservato ed anzi su di te si sono mosse subito diverse Università. La tua scelta è ricaduta su Toledo

“Al termine del mio anno da junior (Marzo-Aprile) e a Luglio nei tornei estivi mi hanno conosciuto. La mia squadra ha giocato nell’Adidas Camp in Gold Division ed è alla fine di questo torneo che ha ricevuto ben 19 offerte. Ad ottobre ho firmato con Toledo. Avevo tagliato la mia lista da 20 a 5 scuola, poi 3 ed infine ho scelto Toledo University. Le mie top 3 erano South Florida, Old Dominion ed appunto Toledo. È stata una decisione molto difficile, ma l’ottimo rapporto con gli allenatori, con la squadra e la visita ufficiale che ho fatto mi hanno optare per questa università. Volevo giocare dall’inizio, essere al centro del progetto e Toledo mi ha offerto proprio questo. Toledo manca da parecchio all’ NCAA Tournament e se tutto andrà per il meglio riusciremo a tornarci. Tra l’altro la mia classe di freshman del prossimo anno è molto forte e ci sono i presupposti per fare molto bene”

Parliamo della stagione attuale, terminata la prima parte con un record di 22 vittorie e 3 perse ora siete testa di serie a Playoff. Sabato scorso prima vittoria della post season sudata (67-55, 16 punti per Acunzo), ma meritata grazie a un ottimo ultimo quarto. Quali sono le tue valutazioni sulla regular season (imbattuti dal 10 gennaio, 18 successi consecutivi) e quali gli obiettivi per i Playoff?

“La stagione non è iniziata molto bene. Durante il precampionato mi sono infortunato al piede e ho saltato gran parte della regular season (15 partite) perché mi sono dovuto operare. Da quando sono rientrato non abbiamo più perso. Rientrare dall’infortunio non è stato facile. Tutt’ora mi sento al mio 80%, ma sto lavorando per rientrare al meglio e recuperare a pieno dall’infortunio. Adesso sto bene, sto giocando come voglio. La stagione regolare è più competitiva a livello personale rispetto ai Playoff quando vai a vincere il titolo statale. Al titolo statale competono tutte le squadre della Pennsylvania. Durante la regular season puoi decidere contro chi vuoi giocare e noi ci siamo confrontati con squadre di alto calibro a livello nazionale. A mio parere personale la RS è più tosta dei Playoff.”

Cosa ti aspetti dal salto High School-NCAA?

“Sono molto confidente nell’anno prossimo. L’allenatore ha tanta fiducia in me e me l’ha dimostrato durante il reclutamento. Sono molto sicuro di me stesso. Sicuramente c’è tanto da lavorare, specialmente a livello fisico per reggere l’impatto. In estate farò molto lavoro individuale e dovrò farmi trovare sempre pronto nel mio anno da freshman.”

Come valuti la tua esperienza in America?

“Molto positiva. Nel corso della mia breve carriera ho dovuto prendere 3 decisioni importanti: quella di andare a Siena, a Torino e lasciare l’Italia. Quest’ultima penso sia stata la miglior decisione per la mia carriera. Non riesco a trovare nessun aspetto negativo della mia esperienza qui in America. Mi sono ambientato subito e ho giocato quasi sempre in quintetto. Se devo essere sincero non ho avuto grandi problemi qui. È stata un’esperienza fantastica. Mi hanno sempre fatto giocare nel ruolo a me più consono. Un aspetto che qua c’è e in Europa non c’è è l’apertura mentale. Mi spiego meglio, in Italia se sei 2,02 m giochi da 4. In America mi fanno giocare sia da 2 che da 3 oltre che da 4. Devi saper fare molte cose. La mia transizione cestista ha raggiunto il suo apice perché ho avuto la possibilità di migliorare molti aspetti del mio gioco. In Italia giocavo da “stretch four” ossia spalle a canestro o 3 tiratore mentre qui da “point forward” ovvero gioco sia da 3 che si può adattare a fare il 2 che si può adattare a giocare da 4 che porta la palla. La maggior differenza è il fatto di poter giocare i blocchi da palleggiatore nonostante la mia altezza. Il mio ball-handling mi han permesso di passar bene la palla e/o di finire per me stesso.”

C’è qualche giocatore italiano, attualmente attivo, a cui ti ispiri?

“Ho sempre avuto molta stima per Alessandro Gentile. Papà ha giocato con Nando e mi ha sempre fatto molta impressione. Un altro se ti posso fare un nome a cui mi ispiro tanto è Danilo Gallinari. “