LBA - Gianmarco Pozzecco e la relazione con Ettore Messina al setaccio

LBA - Gianmarco Pozzecco e la relazione con Ettore Messina al setaccio
© foto di SAVINO PAOLELLA

Gianmarco Pozzecco, in una stagione che deve ancora dare i risultati finali, può portare a casa già adesso una vittoria personale: ha fatto ricredere tutti quelli che non avevano visto positivamente il suo ingresso (considerato ingombrante) nello staff tecnico alle spalle di Ettore Messina (che condivide la vittoria). Così si racconta nell'intervista a La Repubblica edizione Milano.

Matrimonio. Oggi mi stupisco che qualcuno abbia creduto che le cose tra me e Messina non avrebbero mai funzionato. Poi ci rifletto e penso che nel matrimonio c'ero di mezzo io e capisco i dubbi della gente...

Grazie a Messina. Ho sempre rispettato Ettore, oggi gli voglio bene e credo che sia il commento esaustivo sul nostro rapporto che si è sviluppato in modo molto naturale ­ racconta Gianmarco ­. Può sembrare che la scelta di Milano sia stata mia, ma è di Messina e gliene sono grato: tutti avrebbero voluto quel posto. Da anni pensavo che la cosa migliore per me fosse un'esperienza al suo fianco: Ettore è una persona straordinaria, estremamente buona, un grande per la ricerca costante della vittoria e la sofferenza nella sconfitta. Ho ritrovato in lui quello che avevo letto nelle biografie di grandi campioni dello sport. Io non sono così.

Passo indietro. Per fare l'assistente non devi sentire la necessità di avere una gratificazione personale che deve derivare solo dal fatto che il tuo capo allenatore è soddisfatto. Io ho preso un posto vacante in uno staff affiatato e poliedrico e ho cercato di capire come rendere utili le mie qualità, cosa abbastanza semplice essendo l'unico ex giocatore. E sapendo di dover fare un passo indietro quando Mario Fioretti e gli altri assistenti trattano aspetti nei quali sono più bravi di me e che devo imparare per colmare le mie lacune

Rapporto con gli atleti. Quando giocavo, per me era più importante andare d'accordo coi miei compagni che con l'allenatore. So che un tecnico può anche essere clamorosamente ingiusto con un giocatore e, se hai un rapporto vero con lui, puoi spiegargli onestamente perché hai fatto una scelta per privilegiare la squadra e, se hai commesso un errore, puoi essere capito e perdonato. Dall'esterno pensavo che Milano fosse avvantaggiata ad avere 18 giocatori tutti di alto livello e con grandi aspettative ma non è così. La gestione è estremamente complicata, non è una scelta ma una necessità perché in Eurolega ti impegna a ritmi inverosimili.

Ritorno a Milano. Mi piace, ma non so com'è cambiata la città, sono estremamente focalizzato sul lavoro, mi rilasso a casa con mia moglie. Abito di fianco a Kyle Hines che è una persona straordinaria: ogni volta che lo vedo penso che, oggi più che una volta, per diventare dei grandi giocatori, si debbano avere dei valori profondi anche nella vita. I nostri campioni ci sono riusciti perché fondamentalmente sono delle persone adorabili con grandi principi

Playoff. Se a inizio stagione le cose potevano apparire più semplici, la realtà è che sono diventate più complicate. La Virtus s'è ulteriormente rinforzata, Brescia è cresciuta durante la stagione, Venezia sa come si fa a vincere pur con degli alti e bassi. Portiamo con noi la soddisfazione di aver capito quanto gli avversari di Eurolega ci rispettassero e considerassero come una delle squadre in corsa per la vittoria finale. E anche se si può pensare che non disputare le Final Four, i tanti infortuni e le vicende rocambolesche vissute ci abbiano tolto delle certezze rispondo che abbiamo il miglior allenatore, una squadra temuta in Europa e campioni straordinari. Rispetto alla vigilia, forse siamo meno favoriti, ma batterci nei playoff sarà dura.